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Data: 28/12/2017
Testata giornalistica: Il Centro
In pensione nel 2018: a chi tocca e con quali requisiti. L'assegno di vecchiaia scatta a 66 anni e 7 mesi (stessa età per uomini e donne). Il trattamento di anzianità richiede un tetto minimo di contributi. In quali casi la pensione viene erogata con 41 anni di contributi versati

Dal 1° gennaio 2018 i contribuenti statali, autonomi e del settore privato andranno in pensione di vecchiaia al compimento di 66 anni e 7 mesi. Per la prima volta gli uomini e le donne andranno in pensione al compimento dello stesso requisito anagrafico, dunque alla stessa età. Il requisito contributivo, oltre all'età, è aver maturato 20 anni di contribuzione.
PENSIONE DI VECCHIAIA Coloro che hanno il primo contributo accreditato successivamente al 1° gennaio 1996 potranno accedere alla vecchiaia: alla maturazione del requisito anagrafico predetto (66 anni e 7 mesi) e se la prestazione risulti non inferiore a 1,5 l'importo dell'assegno sociale (circa 672 euro); a 70 anni e 7 mesi d'età con almeno 5 anni di contribuzione a prescindere dall'importo della pensione.
PENSIONE ANTICIPATA La pensione anticipata è stata introdotta dalla riforma Fornero-Monti a partire dal 1° gennaio 2012 e sostituisce la pensione di anzianità.Può essere conseguita con il solo raggiungimento del requisito contributivo e indipendentemente dall'età anagrafica.Per il triennio 2016/2018 gli uomini devono maturare i contributi pari a 42 anni e 10 mesi e le donne 41 anni e 10 mesi (Circolare Inps n.63 del 2015). Questi requisiti si applicano a tutti i dipendenti pubblici e privati e ai lavoratori autonomi che hanno contribuzione accreditata prima del 1° gennaio /1996 cioè sono destinatari di un sistema di calcolo misto (retributivo fino al 31 dicembre 1995 e contributivo a partire dal 1 gennaio 1996).Coloro che hanno lavorato almeno un anno prima del compimento dei 19 anni e che si trovano in una delle condizioni evidenziate in tabella possono conseguire il trattamento pensionistico con 41 anni di contributi accreditati.
PENSIONE ANTICIPATA SISTEMA CONTRIBUTIVO Chi ha cominciato a lavorare nel 1996 o è iscritto alla Gestione separata dell'Inps è destinatario del sistema di calcolo contributivo. Potranno conseguire il trattamento anticipato al perfezionamento delle medesime anzianità contributive previste per i lavoratori nel sistema retributivo o misto appena citate oppure a 63 anni e 7 mesi di età con 20 anni di contribuzione effettiva (esclusi figurativi accreditati a qualsiasi titolo). La condizione è di aver maturato un importo di pensione di almeno 1255 euro mensili (per l'anno 2017 cioè 2.8 l'importo dell'assegno sociale).
LE RIVALUTAZIONI DELLE PENSIONI NEL 2018 Il Ministero dell'Economia ha varato un decreto con cui si applica la rivalutazione dell'1,1% ai trattamenti pensionistici per l'anno 2018.Le pensioni quindi, dopo due anni di blocco, tornano a crescere e l'importo del trattamento minimo passa da 501,89 euro a 507,41.Chi riceve la pensione minima avrà poco meno di 72 euro in più, chi percepisce 13mila euro all'anno, ne riceverà 143 in più. Inoltre chi ha una pensione compresa tra 1.500 e 3.000 euro al mese "guadagnerà" tra i 200 e i 260 euro lordi all'anno. Il meccanismo di rivalutazione è a scalare, vengono favoriti gli assegni più bassi cioè è applicato il coefficiente pieno solo a quelli con importo compreso in tre volte il trattamento minimo.L'Inps provvederà inoltre al recupero della rivalutazione per l'anno 2014, sovrastimata di 0,1% rispetto all'indice effettivo. Siccome per gli anni successivi, fino al 2017 la rivalutazione non c'è stata, non si è provveduto al recupero. Si opererà il conguaglio sulla rata di gennaio 2018 e ai pensionati sarà detratta una somma tra i 15 e i 20 euro.
QUALE GIORNO SI PAGA LA PENSIONE INPS? Dal prossimo mese la pensione non sarà pagata il primo giorno del mese ma il secondo. I pensionati riceveranno i pagamenti con un giorno di ritardo ma, se il secondo giorno del mese capita di sabato, e quindi coincide con la chiusura degli Istituti bancari, dovranno aspettare fino al lunedi successivo. Non è così per coloro che ricevono la pensione in Poste Italiane che, al contrario, il sabato aprono mezza giornata.
ASSEGNO SOCIALE Coloro che non hanno contribuzione sufficiente per andare in pensione di vecchiaia possono accedere all'assegno sociale. Si tratta di una prestazione assistenziale per cui si prescinde dall'esistenza di un rapporto assicurativo e contributivo ma è necessario possedere determinati requisiti di reddito, cittadinanza ed età.Dal 1° gennaio 2018 si potrà richiedere l'assegno sociale al compimento di 66 anni e 7 mesi. La domanda va inoltrata telematicamente all'Inps e la prestazione è erogata con decorrenza fissata al 1° giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda o al perfezionamento dei requisiti.Limiti reddito: attualmente il limite di reddito richiesto per avere diritto all'assegno sociale è di non avere redditi superiori a 5.824 euro l'anno e 11.649,82 se coniugato. Pertanto se il cittadino ha redditi superiori a queste soglie limite, non gli viene riconosciuto il diritto o gli viene tolto se li supera in corso d'anno dal momento che la prestazione è sempre provvisoria e la sua erogazione è subordinata al mantenimento dei requisiti. Se invece il reddito complessivo è di poco sotto la soglia, l'importo dell'assegno è erogato a concorrenza, cioè fino ad arrivare al limite previsto per legge.Requisiti cittadinanza. L'assegno sociale spetta a coloro che: hanno la cittadinanza italiana; per gli stranieri comunitari serve l'iscrizione al comune di residenza e per gli stranieri extracomunitari invece serve il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. L'assegno spetta anche a chi ha la residenza italiana stabile e continuativa da almeno 10 anni.Eventuali uscite dal territorio nazionale uguali o superiori ad 1 mese devono essere comunicate preventivamente per sospendere il pagamento dell'assegno. Se comunicate al rientro si procede al recupero delle somme erogate. L'assenza dal suolo italiano superiore ad 1 anno comporta la perdita dell'assegno.

In quali casi la pensione viene erogata con 41 anni di contributi versati

La pensione di anzianità può essere erogata con 41 anni di contributi nel caso di lavoratori precoci (quelli cioè che hanno almeno 12 mesi di contributi di lavoro effettivo prima del compimento dei 19 anni di età) che si trovano in una delle seguenti condizioni: stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, e hanno concluso la prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi; assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge, o un parente di primo grado convivente con handicap; hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile, di grado almeno pari al 74 per cento; lavoratori che svolgono mansioni gravose.

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