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Pescara, 24/07/2024
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Data: 29/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Snam, D'Alfonso «Ricorso al Tar ma dialogo aperto»

PESCARA La delibera di giunta è già stata predisposta. Ma per fermare la Centrale Snam di Sulmona non c'è solo il ricorso al Tar. Ieri Luciano D'Alfonso ha lasciato aperto un altro spiraglio per convincere il governo a fare marcia indietro. Una via politica, come l'ha definita il governatore, che ha però di fronte a sé l'ostacolo dello scioglimento delle Camere da parte del Capo dello Stato. Insomma, il tempo rimasto per trattare con il governo ormai in scadenza è quello che è. D'Alfonso però ci crede: «Abbiamo argomenti sufficienti per fare cambiare idea al Consiglio dei Ministri. Il 30 o il 31 avremo un incontro con il presidente del Consiglio. Fare marcia indietro è possibile fino all'ultimo giorno, anche perché l'attività politica si interrompe ma quella amministrativa continua». E' noto che in materia energetica lo Stato ha la sovranità, decisioni che passano sulla testa dei territori e, nel caso dell'Abruzzo, anche dei ripetuti e argomentati dinieghi prodotti dalla Regione negli ultimi 40 giorni contro la centrale di compressione Snam di Sulmona. Ma D'Alfonso è pronto a giocare ancora la carta del dialogo, ricordando un precedente importante: «I no della Regione sono stati ignorati, ma lo stesso è accaduto con Ombrina (le trivellazioni petrolifere in Adriatico). Al fianco delle altre iniziative portate avanti dalle istituzioni locali, faremo sentire le nostre ragioni, a partire dalla inutilizzabilità di gran parte del suolo su cui andrebbero a insistere sia la centrale che il metanodotto». Poi un'altra riflessione: «Lo Stato non può investire ingenti risorse per tutelare il patrimonio artistico di Sulmona (i 12milioni di euro destinati alla Badia Celestiniana) e contemporaneamente sostenere un progetto che ne devasta il territorio». Anche la senatrice aquilana del Pd, Stefania Pezzopane, conferma che si sta lavorando per ottenere un incontro con il governo negli ultimi giorni di gennaio: «Ricorso al Tar e confronto serrato devono correre di pari passo. Io - precisa - non mollo di certo. Non è tardi per considerare almeno un tracciato alternativo e, visto l'elevato rischio sismico della Valle Peligna, confermato anche dalla Commissione Grandi Rischi, ci sono tutti i presupposti per vincere il ricorso al Tribunale amministrativo regionale». Sullo sfondo ci sono, naturalmente, le ormai vicine elezioni politiche, su cui D'Alfonso ha fatto ieri un ulteriore passaggio a proposito di una sua eventuale candidatura: «Se mi chiedete cosa preferisco fare, il mio desiderio più grande è quello di continuare a lavorare in Regione. In questi 40 mesi sono state messe in campo risorse mai viste prima. Magari - ha puntualizzato D'Alfonso - le avessi avute io dalla Regione quando ho fatto il sindaco o il presidente della Provincia. L'ultimo anno e mezzo di legislatura sarà un grande cantiere. Una mia candidatura alle politiche? Potrei pensarci solo se qualcuno mi spiega perché sarebbe più utile nell'interesse degli abruzzesi». La verità è che il governatore ne ha già parlato a Roma con il suo partito per sentirsi rispondere: «Scegli tu». Insomma, nessuno lo ha al momento tirato dalla giacca. Ma i sondaggi impongono oggi al Pd nazionale di mandare in campo l'artiglieria pesante, anche se non è ancora arrivato nessun ordine perentorio. Il posto di capolista al Senato è ancora vuoto.

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