PESCARA Puntuale, a meno di 48 ore dal brindisi di fine anno, ecco l'aumento delle tariffe autostradali. A confermarlo è direttamente il Ministero delle infrastrutture e trasporti con una nota ufficiale. In Abruzzo, informa il Mit, il pedaggio sulle tratte gestite dalla società Strada dei Parchi crescerà del 12,89%, a fronte della media italiana del 2,74%. Dieci punti abbondanti di differenza. Per far "digerire" il salasso agli automobilisti, che potranno toccare con mano gli aumenti già dal primo gennaio 2018, Strada dei Parchi prova a spiegare perché si è arrivati a tutto questo. I passaggi fondamentali sono due: il primo, è la sentenza del Tar Lazio che l'estate scorsa ha dato ragione alla società che aveva impugnato in sede amministrativa lo stop agli aumenti deciso nel 2014 dall'allora ministro Maurizio Lupi. Col Paese in piena crisi, l'ex titolare del dicastero dei trasporti aveva bloccato gli aumenti per andare incontro alle esigenze degli automobilisti. Ora i gestori autostradali hanno deciso di riallineare le tariffe, recuperando gli aumenti che erano stati congelati. Il secondo motivo, dice sempre Strada dei Parchi, risiede nella mancata approvazione da parte del Governo del Piano economico finanziario di A24 ed A25 fermo da 4 anni.In soldoni, chi si troverà a percorrere la tratta L'Aquila Ovest - Roma pagherà 13,10 euro (da 11,60). La stangata più forte è per chi entrando da Città Sant'Angelo uscirà a Roma Est. Adesso si spendono 21.30 euro, ma con i rincari si arriva a 23,10 centesimi. La tratta Teramo-Roma Est (che ora costa 17,50 centesimi) arriva a 19,50 euro, mentre L'Aquila-Avezzano salirà a 5.50 euro (dagli attuali 4.90). Roma Est - Tagliacozzoda 7,30 passa a 8,20 euro; Avezzano - Roma Est passa da 10,10 a 11,30 euro. «È un aumento importante», ammette Strada dei Parchi, «conseguenza diretta del blocco delle tariffe imposto negli ultimi tre anni dal Ministero e della mancata approvazione, da quattro anni, del Piano economico finanziario di A24 ed A25. La politica degli aumenti tariffari della Concessionaria non è il frutto di una decisione autonoma e unilaterale. Al contrario, è puntualmente regolata dal contratto di concessione, messo a gara dal Concedente e sottoscritto con Strada dei Parchi aggiudicataria della gara di concessione, che ha portato alla privatizzazione della gestione di A24 ed A25. Dall'ottobre 2013, prima che scadesse il vecchio Pef sono state presentate ben 12 versioni di Piano, tutte caratterizzate da livelli di incremento tariffario nell'ordine dell'1% oltre l'inflazione. Il Ministero non ha considerato quanto proposto da Strada dei Parchi, e nel novembre 2016 ha imposto la propria soluzione, che prevede l'adeguamento in sede delle strutture, senza tuttavia esprimersi sull'impatto che detta soluzione avrà sugli incrementi tariffari programmati». In sostanza, l'aumento di quest'anno è pari al 5,21%, che va a sommarsi al 2,56% disposto per ciascuno dei tre anni arretrati. Le reazioni contrarie non si sono fatte attendere. I primi a intervenire, alla notizia degli aumenti, sono stati i sindaci dell'Aquila, Pierluigi Biondi, di Avezzano, Gabriele De Angelis, di Sulmona, Annamaria Casini, e il presidente della Provincia e sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, che hanno parlato di un «nuovo sgambetto per le aree interne, il secondo in pochi giorni commesso da parte questo Governo che ha già, inopinatamente e nonostante sia giunto al capolinea, deciso di localizzare la centrale del metanodotto Snam a Sulmona».«Ci chiediamo», scrivono, «fino a quando i nostri cittadini dovranno continuare a pagare, non solo in termini economici, di far parte di quella Italia in salita che vede nei tratti autostradali la sola vera opportunità di collegamento con Roma e l'area adriatica, considerata la lentezza e l'inadeguatezza della rete ferroviaria. Penalizzare ulteriormente territori già messi a dura prova da calamità naturali, con decisioni calate dall'alto senza condivisione», concludono, «è lo smacco finale di un Esecutivo che tra gli ultimi atti della sua vita legislativa pensa bene di mettere le mani nelle tasche degli abitanti delle zone interne e montane della nostra regione"»Il presidente e il direttore di Confartigianato Abruzzo, Luca Di Tecco e Daniele Giangiulli, definiscono «Vergognoso» l'aumento dei pedaggi, «l'ennesimo balzello che penalizzai cittadini e, soprattutto, gli artigiani abruzzesi. Ci auguriamo che il silenzio assordante di D'Alfonso si interrompa e che il governatore faccia finalmente sentire la sua voce».Per il consigliere regionale del Pd, Pierpaolo Pietrucci, l'aumento «non è una scelta equa: la miopia», scrive, «porta dritti all'inferno. Un salasso per quella che è già l'autostrada più cara d'Italia e di fatto l'unica possibilità di collegamento dell'Abruzzo, e dell'Abruzzo interno in particolare, verso Roma e non solo. Faccio appello a tutti i parlamentari eletti in Abruzzo a unire le forze per una mobilitazione a tutti i livelli».Stefania Pezzopane, senatrice Pd, invita il Governo e i gestori a bloccare gli aumenti per salvaguardare i pendolari.«Inizia una nuova battaglia. Pesa come un macigno la sentenza del Tar che ha dato ragione alla società. Ora questi rincari vanno necessariamente ridotti al minimo. Faccio appello al Governo e al gestore, con la utile e necessaria mediazione della Regione Abruzzo, perché si trovi un tavolo d'intesa, magari nell'ambito del nuovo Pef presentato al Cipe il 22 dicembre». E ricorda che «l'operazione fatta in legge di bilancio per l'anticipo dei 58 milioni per la messa in sicurezza antisismica, è stata una importante battaglia giusta e vinta. Anche su questa vertenza, massimo sarà l'impegno».