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Data: 30/12/2017
Testata giornalistica: Il Centro
La battaglia contro il gasdotto. Decisione rinviata, i 22 sindaci esultano. I primi cittadini abruzzesi protestano a Montecitorio. Casini: risultato raggiunto. La Snam apre al dialogo, la Regione va al Tar

SULMONA La marcia su Roma dei sindaci del Centro Abruzzo ottiene un primo risultato. Ogni decisione sulla delibera con cui il Consiglio dei Ministri il 22 dicembre scorso, ha autorizzato la realizzazione della centrale di compressione a Sulmona a servizio del metanodotto Brindisi Minerbio, è rinviata al prossimo incontro fissato subito dopo l'Epifania. Per il momento dunque il decreto resta congelato. Nel frattempo la Regione farà la sua parte per fermare quello che viene definito un "mostro" ambientale che penalizzerebbe gravemente Sulmona e il Centro Abruzzo.Ieri sera il Presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, ha convocato in seduta straordinaria i suoi assessori per deliberare il ricorso al Tar del Lazio contro la procedura di autorizzazione della centrale. Decisioni che hanno spinto la Snam ad uscire allo scoperto e ad aprire le porte al dialogo al confronto: «È nostra intenzione dialogare con le istituzioni e con le popolazioni del territorio per illustrare caratteristiche dell'impianto e rassicurare che non esistono rischi per la sicurezza e per la salute dei cittadini».LA MARCIA SU ROMA. Alle in punto di ieri 21 sindaci, guidati dal primo cittadino di Sulmona Annamaria Casini, hanno iniziato il viaggio della speranza per la città e per il territorio. Nel corso del tragitto Casini ha presentato il documento poi sottoscritto da tutti i sindaci con il quale si lancia un «accorato appello» al presidente del Consiglio uscente, Paolo Gentiloni, per l'immediata sospensione delle attività in corso chiedendo di non procedere nella sottoscrizione dell'ultimo atto esecutivo che autorizzi la realizzazione della centrale di compressione in località Case Pente. «Siamo un territorio di grande pregio ambientale e paesaggistico, ma anche soggetto ad elevato rischio sismico», ha precisato il sindaco Casini, «per questo abbiamo chiesto al governo di compiere lo sforzo indispensabile per individuare una sede alternativa alla centrale e un percorso alternativo al metanodotto, perché entrambe queste opere sono assolutamente incompatibili con il nostro territorio».PENALIZZATI. In particolare il sindaco ha sottolineato la palese contraddizione tra la realizzazione di una struttura potenzialmente pericolosa e l'inserimento di Sulmona, unica città abruzzese, tra le 10 città di "Casa Italia", progetto pilota per la prevenzione del rischio sismico. «Contro la realizzazione della centrale e del metanodotto», ha proseguito, «il consiglio comunale si è espresso in 9 deliberazioni. La Regione si è detta contraria con 4 delibere unanimi del consiglio regionale e 5 della stessa giunta regionale». Infine nel documento sottoscritto dai sindaci, si ricorda che, sulla base di comprovati studi scientifici, il percorso del metanodotto tocca almeno 14 zone nelle quali sono presenti faglie sismiche. CHI C'ERA. Con il sindaco Casini sono arrivati in piazza Montecitorio: Sandro Chiocchio (Cocullo), Gianni Di Cesare (Anversa degli Abruzzi), Giovanni Di Mascio (Campo Di Giove), Rodolfo Marganelli (Goriano Sicoli), Luigi Fasciani (Molina Aterno), Antonio Giovanni Silla (Scanno ), Angelo Del Monaco (Introdacqua), Concetta Marinucci (Prezza), Franco Pennelli (Pacentro), Mario Ciampaglione (Cansano), Nicola Buzzelli (Castel Di Sangro), Marco Moca (Raiano), Giuseppe Lo Stracco (Bugnara), Pasqule Franciosa (Pettorano sul Gizio), Giovanni Presutti (Corfinio), Antonella Di Nino (Pratola Peligna), Armando Frittella (Castelvecchio Subequo), Mario Di Braccio (Gagliano Aterno), Fabio Camilli (Acciano), Fernando Gatta (Villalago) Per la Regione c'erano il Sottosegretario alla Presidenza con delega all'Ambiente, Mario Mazzocca e il presidente della commissione per il Territorio, Pierpaolo Petrucci. L'INCONTRO. Di tutti i presenti solo tre sindaci (Casini, Di Nino e Marganelli), più Mazzocca sono stati ammessi all'incontro che si è tenuto non con il Premier Gentiloni, impegnato in Consiglio dei Ministri, ma con il suo consigliere politico Gabriele De Giorgi. È a lui che il sindaco dimissionario Casini ha consegnato il documento insieme alla fascia tricolore che il consigliere ha rifiutato di custodire.«Un primo risultato è stato ottenuto», ha commentato la Casini al termine dell'incontro, «perché siamo riusciti a strappare un nuovo appuntamento, subito dopo l'Epifania. E per quella data siamo fiduciosi di poter far valere le nostre ragioni». Più scettico il sindaco di Pratola Di Nino che invita a non abbassare la guardia: «Il Governo faccia l'arbitro perché finora abbiamo assistito ad un ministero dello sviluppo economico alleato della Snam e la tranquillità potremo averla solo quando la presidenze del consiglio dei Ministri esprimerà formale volontà di revocare il provvedimento di dicembre. Fino ad alllora è vietato abbassare la guardia».LA REGIONE RICORRE. Intanto la giunta regionale ha conferito agli avvocati Stefania Valeri e Marianna Cerasoli l'incarico per «la proposizione del ricorso al Tar del Lazio per l'annullamento previa sospensiva, della delibera del Consigli dei Ministri, che ha approvato il progetto per al costruzione e l'esercizio della centrale di Sulmona proposta dalla Snam».

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