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Pescara, 24/07/2024
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Data: 30/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Centrale Snam, il governo prende tempo

Il sindaco Annamaria Casini esce da palazzo Chigi dopo una mezz'ora di confronto senza la fascia tricolore, ma il simbolo del suo ruolo, dal quale si è dimessa formalmente il 27 dicembre scorso, lo ha nella borsetta e non lo ha lasciato al presidente del consiglio così come aveva annunciato per protestare contro il via libera dato alla centrale Snam. Anche perché, come era prevedibile, Gentiloni non si è fatto proprio trovare dalla delegazione dei sindaci del Centro Abruzzo e ad accoglierla è stato un consigliere politico del suo staff, Gabriele De Giorgi, il quale non sapeva neanche di cosa si dovesse discutere e che, della fascia tricolore, non sapeva proprio che farsene. E così la marcia su Roma si è confermata come un sostanziale flop, nonostante il tentativo della sindaca Casini di mettere una bandierina annunciando di essere riuscita a «congelare l'iter dell'autorizzazione alla centrale di compressione». In realtà così non è, né potrebbe essere, non essendoci ancora il decreto di attuazione e non certo potendo un consigliere politico garantire scelte che spettano al Consiglio dei ministri. Quello che ha promesso De Giorgi è invece che informerà il premier della visita e convocherà di nuovo i sindaci. Poco più di niente, insomma. Anche perché tra l'8 e il 13 gennaio dovrebbe essere il governatore Luciano D'Alfonso a confrontarsi direttamente con il presidente del consiglio sulla questione.
LA TRATTATIVA
I margini della trattativa, però, sono molto stretti: la Snam difficilmente è disponibile a cambiare tracciato e rinunciare all'opera, tutt'al più potrebbe concedere una centrale elettrica o ibrida. Ma la decisione di farla a Case Pente è presa ormai da tempo, ora manca solo una firma, un atto burocratico che potrebbe arrivare prima del 4 marzo. Tant'è che l'azienda si è già detta disponibile a incontrare la cittadinanza e a informarla sul dettaglio sull'opera che, ribadisce la Snam, non è assolutamente pericolosa. La Regione, però, anche per voce del sottosegretario Mazzocca e del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci (ieri a Roma al fianco dei sindaci), tiene alta la guardia confermando di voler ricorrere al Tar Lazio e di voler fare resistenza sull'autorizzazione al metanodotto (funzionale alla centrale) puntando sulla violazione degli usi civici. La terza via è quella della politica, l'arte del possibile che, in campagna elettorale, potrebbe fare l'impossibile.

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