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Pescara, 24/07/2024
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Data: 30/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Anticipo, età e donne le pensioni dal 2018 (l'articolo in pdf)

ROMA Quest'autunno, la discussione in materia previdenziale si è concentrata su un nodo che riguarda il 2019, ovvero l'aumento di cinque mesi dei requisiti di età e di quelli contributivi a seguito dell'incremento dell'aspettativa di vita. Un salto che porterà l'età della pensione di vecchiaia a 67 anni tondi, ma in base a quanto deciso con la legge di Bilancio non riguarderà 15 categorie di lavoratori impegnati in attività gravose (poco meno di 15 mila persone inizialmente). Ma al di là di questa parziale revisione delle regole, erano già in vigore importanti novità che manifesteranno i propri effetti nel 2018. La più importante per chi deve ancora lasciare il lavoro scatterà dal primo gennaio e riguarda le donne: l'età della pensione di vecchiaia viene completamente equiparata a quella degli uomini, con il passaggio a 66 anni e 7 mesi anche delle lavoratrici dipendenti del settore privato. Sempre le lavoratrici però sono interessate da un'altra novità indiretta, la mancata proroga della cosiddetta opzione donna. Il prossimo anno poi dovrebbero entrare nel vivo l'anticipo pensionistico (Ape) nella sua doppia forma di indennità per i lavoratori particolarmente meritevoli di tutela e di prestito volontario da restituire per tutti gli altri: entrambi gli strumenti erano stati previsti dalla legge di Bilancio di un anno fa, ma sebbene formalmente in vigore dal primo maggio 2017 hanno avuto una partenza decisamente lenta.
Da gennaio poi torna la rivalutazione delle pensioni, a beneficio di chi il lavoro lo ha già lasciato. Per due anni non c'erano stati incrementi a causa dell'inflazione piatta; ora la percentuale provvisoria dell'1,1 per cento viene riconosciuta solo in maniera parziale ai titolari di assegni medi e alti: dal 2019 andrà in vigore un meccanismo di rivalutazione più generoso.

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