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Data: 31/12/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ed.nazionale - Sulla Roma-L’Aquila pedaggio record l’aumento è del 12,9%. Sindaci, imprese, commercianti e consumatori in rivolta. Il governatore D’Alfonso: ora una legge per fissare un tetto (l'articolo in pdf)

L’AQUILA Sindaci, amministratori, associazioni dei consumatori, categorie, politici già in campagna elettorale: il fronte contrario ai rincari dei pedaggi autostradali è compatto e agguerrito. Una vera e propria rivolta scattata alla luce degli aumenti di fine anno che provocheranno una nuova stangata sulle famiglie e che hanno “costretto” persino il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, che mai ha nascosto i buoni rapporti con la famiglia Toto, la società che gestisce A24 e A25, a chiedere un intervento normativo che fissi il tetto massimo annuale delle maggiorazioni. In un quadro di aumenti medi del 2,74% in Italia, le autostrade che conducono da Roma, A24 e A25 appunto, fanno registrare un clamoroso +12,9%, assai difficilmente spiegabile a un’utenza che, tra le altre cose, negli ultimi mesi si è ritrovata a dover percorrere le tratte praticamente facendo lo slalom tra i cantieri aperti per la manutenzione e tirati per le lunghe aspettando i 58 milioni di euro stanziati dal governo solo a ridosso di Natale. Soldi invocati a gran voce per evitare il blocco dei lavori che fanno parte del maxi pacchetto per mettere in sicurezza i viadotti varato dopo i terremoti del 2009 e 2016-17. Come a dire: si paga di più, nonostante i gravi disagi. Ora, dunque, si è aperto il nuovo fronte dei rincari delle tariffe. La società concessionaria, Strada dei Parchi, dice di non avere un ruolo specifico in questa decisione. «È un aumento importante- spiega la società -, conseguenza diretta del blocco delle tariffe imposto negli ultimi tre anni dal Ministero e della mancata approvazione, da quattro anni, del piano economico finanziario di A24 ed A25. A partire dal 2014, e per il 2015 e 2016, il Ministero ha imposto tariffe calmierate rispetto agli aumenti previsti dalla concessione, ignorando la clausola contrattuale del ristoro degli investimenti realizzati dalla concessionaria. Sul punto il Tar del Lazio ha condannato l’inerzia del Ministero. La politica degli aumenti non è il frutto di una decisione autonoma e unilaterale di Strada dei Parchi». Insomma, il gestore sventola il contratto di concessione, «pari a oltre 750 milioni di euro oltre interessi corrisposto in rate annuali», l’incremento del tasso di inflazione, gli investimenti effettuati, gli ammortamenti e i costi di gestione. «Inoltre per ogni euro di pedaggio incassato – prosegue la nota - solo 43 centesimi restano nella disponibilità della concessionaria, mentre i restanti 57 centesimi vanno a vario titolo allo Stato». I conti, dal punto di vista di SdP, sono impietosi: «Strada dei Parchi è l’unica concessionaria che corrisponde un prezzo all’Anas pari a 55,9 milioni di euro ogni anno, ricavati, anch’essi, dai pedaggi. Nel periodo 2003/2015, 670 milioni di euro, che certamente non sono finiti nella manutenzione delle strade abruzzesi, a differenza degli 830 milioni di investimenti effettuati da Strada dei Parchi nel medesimo periodo». Tra questi: «Le complanari di Roma, opere che hanno reso più sicuri e veloci l’ingresso e l’uscita dalla Capitale, per un importo complessivo di 258 milioni; il raddoppio del tratto autostradale in direzione Teramo, la messa in sicurezza dei viadotti». Nonostante questo, l’indignazione per gli aumenti (la Roma- L’Aquila è praticamente raddoppiata: nel 2009 costava 7,30 euro, oggi passerà da 11,60 a 13,10) è palpabile. Il governatore D’Alfonso ha detto che «c’è bisogno di un intervento normativo e amministrativo che riveda i termini della concessione e fissi a non oltre il 2% il tetto degli aumenti annuali». Il presidente di Confindustria Abruzzo, Agostino Ballone (imprenditore nel settore dei trasporti), sostiene lo stesso: «Il difetto è a monte, nelle clausole del contratto di concessione. Sarebbe il caso di rinegoziarle. Prevedo, ovviamente, conseguenze a cascata su tariffe dei trasporti e costo delle merci: a rimetterci saranno soltanto i consumatori e le imprese». Se Abruzzo e Lazio piangono, altrove non si ride di certo: balzo record per i 31 chilometri della concessionaria Rav, Aosta Ovest - Morgex, +52%; Autostrade Meridionali segna un +5,98%. Tra gli aumenti più significativi anche il +13,91% per Milano Serravalle-Milano Tangenziali ed il +8,34% della Torino- Milano.

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