Dalla mezzanotte del 31 dicembre è scattato l'aumento del 12,89% del pedaggio sulle autostrade abruzzesi A24 e A25 che collegano la costa alla capitale. Ma per ora la protesta non è esplosa al di là delle rimostranze ai caselli. Si dovrà attendere la riapertura dei luoghi di lavoro per tastare il polso al disappunto dei pendolari dell'autostrada. Ma non cessano le reazioni come quella della Unione per la difesa dei consumatori, Udicon Abruzzo, che ieri ha diffuso una nota. «La storia si ripete e nessuno provvede a definire, una volta per tutte, la vicenda incredibile la gestione dell'Autostrada dei parchi», afferma l’Udicon. «Questa organizzazione ritiene di non poter più accettare l’annuale violenza tutta a danno dei consumatori. I rincari proposti per l'anno 2018 sono fuori da ogni logica possibile», continua la nota, «e si giustificano solo con un incontrollato modo di fare utili a danno dei lavoratori, dei pensionati, delle categorie maggiormente disagiate. Udicon Teramo e Abruzzo attiveranno forme legali di protesta con richiesta di risarcimento. Guarderemo con attenzione anche le iniziative che si andranno ad attivare sia da parte della Regione sia delle varie forze politiche», continua l’associazione dei consumatori. «Non è più tollerabile questo stato di cose. Essere stata per anni l'autostrada più cara d'Italia non è servito a nulla se si continua ad esercitare un prelievo forzoso a danno dei fruitori. E’ arrivato il momento», conclude la nota, «di rivedere la concessione e individuare nuove soluzioni per il potenziamento, l'ammodernamento, la messa in sicurezza della rete autostradale A24 e A25 come avviene in tutte le tratte italiane», firmato Vincenzo Tassoni, vicepresidente di Udicon Abruzzo.