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Pescara, 24/07/2024
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Data: 02/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Trasporto pubblico locale - Bus Scav, scontro con il Comune. Il presidente della società, Rocchi, contesta un futuro bando. La Scav non è soggetta a gara in quanto ha un budget chilometrico sottosoglia, quindi l’affidamento del servizio è diretto, come stabilito dalla Regione Abruzzo

I riflettori in Comune sul caso-Scav, la società partecipata che in città gestisce il servizio di trasporto pubblico, hanno acceso una discussione. Nel mirino la stessa giunta. L’assessore al Bilancio, Felicia Mazzocchi, rispondendo a un question time del consigliere Cristian Carpineta, ha sottolineato che la ventina di dipendenti confluirà in una nuova società e che si sta lavorando a un futuro bando. I conti della Scav, partecipata al 56% dal Comune, non sono floridi e il parco macchine è obsoleto. Il presidente Guglielmo Rocchi interviene per puntualizzare alcuni aspetti. «La proroga della Regione Abruzzo evidenzia che il servizio è affidato alla Scav fino al 3 dicembre 2019 e non solo al 2018», afferma Rocchi, «come invece dichiarato dall’assessore Mazzocchi. Dopo il 3 dicembre 2019 ci sarà il bando di gara per affidare il servizio solamente per quelle società che hanno un monte chilometrico superiore a 350mila km annui. La Scav non è soggetta a gara in quanto ha un budget chilometrico sottosoglia, quindi l’affidamento del servizio è diretto, come stabilito dalla Regione Abruzzo. Chiaramente l’affidamento diretto è dato a chi ha la concessione, in questo caso il Comune di Avezzano, che può decidere di affidare il servizio a propria discrezione. Perché il Comune dovrebbe affidare il trasporto pubblico a una nuova società penalizzando chi svolge il servizio in maniera continuativa dal 1975 e dichiarare che i dipendenti verranno trasferiti nella nuova società in arrivo? Perché si sottolinea sempre la situazione dei conti della Scav e non si mette mano al portafoglio per dare un’effettiva mano all’azienda, in quanto partecipata, come hanno fatto da anni i soci-lavoratori tagliandosi lo stipendio e rinunciando a vari benefit

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