Il caro-pedaggio è illegale perché il Governo, nella relazione tecnica alla legge di Bilancio, ha previsto contributi per la messa in sicurezza escludendo l’aumento delle tariffe. A sostenerlo è Massimo Verrecchia, new entry abruzzese in parlamento, che propone una class action contro gli aumenti del 12,89% ai caselli di A24 e A25. E riassume i tre provvedimenti di cui ha beneficiato quest’anno la società concessionaria Strada dei Parchi: «La sospensione per due anni dell’obbligo di versare le rate della concessione previa presentazione di un piano per interventi urgenti; un contributo di 50 milioni per tre anni con tanto di relazione tecnica presentata dal Governo, dove si sottolinea che la norma in esame “prevedendo l’erogazione di un contributo in conto capitale che esclude il recupero delle somme mediante tariffa, non produce effetti sull’utenza”; e le legge di Bilancio che ha anticipato al 2018, 58 milioni previsti per il 2021 e 2022». La protesta dilaga.
IL PARERE DELL’ACI. «Dopo un anno di calamità naturali, gli aumenti dei pedaggi sono uno schiaffo che mai avremmo immaginato di ricevere». A prendere posizione è anche il presidente dell’Aci Abruzzo, e Aci Teramo, Carmine Cellinese che commenta: «Come principale sindacato degli automobilisti abruzzesi, non possiamo non stigmatizzare una decisione che inciderà in maniera tanto significativa sulle tasche delle famiglie». Secondo le stime dell’Automobile Club d’Italia l’auto costa in media agli abruzzesi 3.800 euro l’anno. «Costi già gravosi per gli automobilisti», dice Cellinese, «che certamente non potranno sostenere questi ulteriori aumenti ingiustificati visto che i servizi sull’A24 e A25 rimarranno gli stessi ». Quindi l’appello ai futuri parlamentari abruzzesi «di farsi carico sin dall’istante successivo alla formazione del nuovo Governo della situazione della viabilità abruzzese».
TOCCA A CARUSO. All’Aquila, i gruppi di maggioranza del Consiglio Provinciale hanno sottoscritto una proposta. Eccola: il presidente, Angelo Caruso, sarà impegnato ad attivarsi urgentemente con i presidente della Regione e del Governo, verificando nel contempo la possibilità di azioni legali a tutela, di intesa con 108 sindaci, affermando anche il principio di ricondurre la gestione A24 ed A25 alla condizione pubblica, come 18 anni fa. «È gravissimo l’aumento delle tariffe autostradali», afferma il consigliere provinciale Gianluca Alfonsi, presidente della commissione viabilità.
SECONDO PIETRUCCI. Il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci presenterà una risoluzione nella sua Commissione per impegnare il Presidente e la Giunta regionale a fare della questione del rincaro dei pedaggi un’assoluta priorità politica. «È positivo che D’Alfonso abbia già messo in campo utili iniziative ponendo la questione all’attenzione sia del ministro Delrio che delle Autorità di vigilanza», dice Pietrucci che parteciperà all’incontro con il ministro assieme a D’Alfonso e al consigliere con delega Camillo D’Alessandro.
ANCORA MELILLA. «Lunedì mattina ci sarà una manifestazione al casello di Mandela, nel versante laziale e martedì ci sarà un sit in davanti al Ministero dei Trasporti a Roma in concomitanza dell’incontro tra Del Rio, D’Alfonso e il presidente del Lazio Zingaretti». Lo annuncia il deputato di Liberi e Uguali, Gianni Melilla. .
PER CNA TERAMO «È venuto il momento», afferma Bernardo Sofia, presidente dell’associazione, «di aggiornare le modalità di adeguamento annuale delle tariffe, un meccanismo sostanzialmente automatico in vigore dal 2007». E ancora: «Il Governo non può stanziare fondi per la ricostruzione ed ignorare l’aumento dei pedaggi che penalizza oltre 2mila attività dell’autotrasporto abruzzese».
E ABRUZZO AL CENTRO. «La capacità di fare fronte comune dei sindaci, già sperimentata nell’Adunanza varata dall’allora sindaco Giovanni Di Pangrazio, e riemersa nell’incontro promosso a Carsoli dalla sindaca Velia Nazzarro, indica la via maestra da seguire». Lo rimarca il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, che infine invita sindaci, associazioni e tutti i portatori di interesse, a impugnare gli aumenti al Tar.