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Data: 06/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso il voto - Election day a metà: solo Lazio e Lombardia FI in affanno sui nomi

ROMA «Ci gioverà l'onda nazionale? Oppure no, sarà un ostacolo?», la domanda rimbalza da Milano a Roma, passando per Pavia e Viterbo. Sarà dunque Election-day per Lazio e Lombardia, che si troveranno a votare per il rinnovo dei rispettivi consigli regionali domenica 4 marzo con le politiche (Molise, Friuli, Trentino, Valle d'Aosta, Basilicata a scadenza sempre nel 2018 andranno alle urne più avanti). La foto della corsa per il Pirellone è stata scattata ormai da tempo. Per il centrodestra c'è il governatore uscente della Lega Roberto Maroni, per il centrosinistra, ma senza il sostegno di Liberi e Uguali, il sindaco di Bergamo e regista del primo Matteo Renzi in versione rottamatore, Giorgio Gori. Per il Movimento 5Stelle, ha avuto la meglio il trentaduenne Dario Violi, consigliere regionale uscente. Ma basta scendere nel Lazio è tutto diventa molto più complicato. Il vero nodo da sciogliere riguarda il centrodestra: Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, è in campo più che mai con la sua lista civica (che non dispiace a Matteo Salvini).
Il «mister» non ha intenzione di fare passi indietro. E intanto i partiti del centrodestra (FI, FdI e Lega) ancora non hanno deciso le contromosse. La settimana prossima, lunedì, è atteso il vertice a tre Berlusconi-Meloni-Silvini. Sul tavolo la vicenda del Lazio, ma anche il puzzle dei collegi uninominali. La trattativa, dicono da Fratelli d'Italia, sarà «onnicomprensiva».
Ma i problemi rimangono e sono due per la precisione: il primo è l'anti-Pirozzi e il secondo è Pirozzi, che se non dovesse ritirarsi condannerebbe a sconfitta certa il candidato di bandiera del centrodestra (come accadde alle comunali di Roma del 2016). Nel frullatore girano nomi e smentite: dal vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano al capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri. Che dice: «Se ci fossero più candidature sarebbe un suicidio, mi affido alla valutazione che dovranno fare con urgenza Berlusconi, Salvini e Meloni». Anche Antonio Tajani, presidente del parlamento europeo, segue la vicenda da un fronte opposto.
GLI EQUILIBRI
Se Forza Italia non dovesse o volesse esprimere il candidato, l'onere toccherebbe al partito di Giorgia Meloni, che ha più voti di tutti nella Capitale. Escluso un colpo di scena della leader («Giorgia? Ha già dato alle comunali») il nome spendibile è quello di Fabio Rampelli, volto storico della destra romana e laziale dai Campi Hobbit ai giorni nostri. Ma anche su questo progetto c'è di mezzo lo Scarpone (così si chiama la lista) di Pirozzi. Da Forza Italia un po' sconsolati e un po' realisti fanno questa riflessione: «A furia di non decidere, rischiamo di essere obbligati a convergere su di lui». Per il deputato di FI Sestino Giacomoni, «i leader del centrodestra a breve si incontreranno per scegliere i candidati migliori e soprattutto per sottoscrivere un programma comune, su tre cardini: forte riduzione delle tasse attraverso un'aliquota unica, maggiore sicurezza nelle nostre città con il poliziotto di quartiere, il reddito di dignità».
Le liste vanno presentate entro le 12 del 29 gennaio. E intanto bisognerebbe fare una campagna elettorale. Quella che ha già iniziato, seppur in versione amministrativa, Nicola Zingaretti, il governatore uscente. L'esponente del Pd lavora a una coalizione larga stile Unione di Prodi. Uno schieramento che vada dal centro di Beatrice Lorenzin (in lista ci potrebbe essere Lorenzo, il fratello della ministra, già sindaco a Cappadocia) a Liberi e Uguali di Grasso (ma l'area di Sinistra italiana, che fa a capo a Stefano Fassina, non sprizza gioia all'idea, anzi). Nel Lazio l'unica a non aver problemi di coalizioni è Roberta Lombardi. Anche se la grillina deve guardarsi dai nemici interni. Il Messaggero ha pubblicato l'audio con il quale striglia i candidati dicendo loro che finora non c'è «mezza idea» sul programma. Lei, uscita dalla chat dove aveva depositato il messaggio, si difende così: «Almeno non parlavo di poltrone, forse sono un po' antipatica, ma sono una donna con le palle». Provvedimenti all'orizzonte.

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