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Data: 06/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Mamme, bebè, asili nido Tutti i bonus per le famiglie. Nel 1918 il governo ha stanziato 500 milioni di euro per diverse misure Dagli assegni per i nati e gli adottati al reddito di inclusione per i meno abbienti

Con l’avvento del nuovo anno in arrivo buone notizie sul fronte fiscale per le famiglie italiane. La Legge di bilancio (equivalente alle vecchie Leggi “finanziarie” e “di stabilità”), infatti, ha previsto per il 2018 lo stanziamento in totale di 500 milioni di euro per l’introduzione e l’ampliamento di alcune misure dirette a fornire un sostegno economico ai nuclei familiari meno abbienti.
BONUS BEBÈ. Tra le novità più importanti, in primo luogo, merita di essere segnalata la proroga per l’anno a venire del “Bonus bebè”, dai più conosciuto come assegno di natalità. Si tratta di una misura introdotta dall’articolo 1, commi 125-129 della Legge di stabilità per l’anno 2015, che ha previsto l’erogazione di un assegno mensile destinato alle famiglie con un figlio nato, adottato o in affido preadottivo tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017 e con un Isee non superiore a 25.000 euro. Con la nuova Legge di bilancio il Governo ha deciso di riconfermare il “Bonus bebè” anche per il 2018, ma con una novità: a differenza di quanto previsto in passato, infatti, il bonus sarà erogato per 12 mensilità e non più per 36. L’assegno spetterà a tutte le famiglie che presentino un Isee inferiore ai 25.000 euro annui, per i nati nel corso del 2018, per il primo anno di vita o di adozione del bambino. Il corrispettivo sarà di 80 euro mensili, per un totale di 960 euro annui. Per le famiglie che invece presenteranno un Isee inferiore a 7.000 euro, l’assegno ammonterà al doppio.
MAMME E ASILI NIDO. Tale contributo va ad affiancarsi alle altre misure a sostegno della maternità e delle famiglie come il “Bonus mamma domani” e il “Bonus asilo nido”, entrambi introdotti con la Legge di stabilità 2017 e riconfermati dalla Legge di bilancio 2018. Per quanto concerne il “Bonus mamma domani”, si tratta di una misura il cui obiettivo è sostenere le donne in gravidanza, indipendentemente dal reddito Isee, con l’erogazione di un premio alla nascita di 800 euro. Per fare domanda, però, è necessario aver superato il 7° mese di gravidanza. Il bonus è corrisposto in unica soluzione dall’Inps e non concorre alla formazione del reddito complessivo. Il “Bonus asili nido”, invece, è un beneficio riconosciuto a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito Isee, consistente nell’erogazione di un contributo di 1000 euro per l’iscrizione dei figli al nido o per l’assistenza domiciliare. Il bonus viene erogato per figli da 0 a 3 anni e l’importo complessivo è calcolato in base alle ore di asilo nido frequentate. Trattandosi di un contributo pari a 1.000 euro all’anno, in totale si avrà diritto ad un massimo di 3.000 euro. Potrà essere richiesto da tutti i genitori italiani, comunitari e stranieri in possesso di permesso di soggiorno, previa presentazione all’Inps della documentazione dell’avvenuto pagamento della retta per l’asilo nido pubblico o privato prescelto.
FIGLI A CARICO. La Legge di bilancio porta importanti novità anche sul fronte delle detrazioni per i figli a carico. Sale da 2.840 euro a 4000 euro il limite di reddito complessivo per essere considerati fiscalmente a carico, limitatamente però ai soli figli che non abbiano superato i 24 anni di età. Resta invece invariata la soglia di 2.840,51 euro per gli altri familiari a carico. La detrazione viene riconosciuta in relazione ad ogni figlio ritenuto fiscalmente a carico dei genitori, purché titolare di un reddito complessivo Irpef non superiore alla soglia indicata (al lordo degli oneri deducibili), indipendentemente dal fatto che studi, che risulti impegnato in un tirocinio gratuito oppure che conviva o meno con i genitori. E’ bene sottolineare che, in relazione alla nuova soglia fissata dal 2019 a 4.000 euro per gli “under 24” (così come per quella che ancora si attesta a 2.840,51 euro, ove applicabile), vanno considerati solo i redditi che concorrono alla formazione del reddito complessivo Irpef, soggetto a tassazione ordinaria. L'importo spettante ai beneficiari della detrazione per figli a carico 2018 varia da 800 a 950 euro per ogni figlio di età superiore ai tre anni; da 900 a 1.220 euro per ogni figlio di età inferiore ai tre anni; da 220 a 400 euro a titolo di importo aggiuntivo per ogni figlio portatore di handicap.
REDDITO DI INCLUSIONE REI. In aggiunta alle altre misure, a sostegno dei nuclei familiari meno abbienti, il Governo ha inoltre introdotto una nuova social card che prende il posto del Sia e dell’Asdi: il cosiddetto reddito di inclusione Rei. Si tratta di un contributo mensile riconosciuto alle famiglie in difficoltà economica, con un reddito Isee inferiore a 6.000 auro, indicatore Isre non superiore ad 3.000 euro, patrimonio immobiliare (esclusa la prima casa) non superiore a 20.000 euro; patrimonio mobiliare non superiore a 10.000 euro. Per il patrimonio immobiliare la soglia si riduce a 6.000 euro per i nuclei familiari composti da una persona e a 8.000 euro per i nuclei composti da due persone. L’avvio della misura è fissato al 1° gennaio 2018. Questa sarà composta di due parti: un assegno mensile (che avrà un importo variabile secondo le dimensioni del nucleo familiare e altre variabili) e un progetto personalizzato di reinserimento sociale e lavorativo. Nella erogazione del reddito di inclusione sociale verrà data precedenza alle famiglie con figli minorenni o disabili, alle donne in gravidanza ed ai disoccupati con età superiore ai 55 anni. Il sussidio sarà caricato sulla Carta Rei, che sostituirà la Carta Acquisti. Metà dell’assegno potrà essere prelevato in forma di contante, e l’altra metà speso in negozi convenzionati.
CAREGIVERS. Da ultimo, ricordiamo che con la Legge di bilancio 2018 è stato istituto un fondo presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con una dotazione iniziale di 20 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2018-2020 (60 milioni complessivi) per i cd. “caregivers”, ovverosia coloro che si prendono cura in prima persona e presso il proprio domicilio di familiari con disabilità. Nelle intenzioni del Governo, la finalità è quella di sostenere gli interventi legislativi per il riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività di cura non professionale del prestatore di cure familiare. In ogni modo, risulterà necessario in proposito attendere l’emanazione dei successivi decreti ministeriali, che saranno deputati a definire le caratteristiche e requisiti per accedere ai contributi. * Avvocato tributarista, titolare dello Studio Legale Tributario Torcello con sede in Montesilvano

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