Un flusso continuo, ininterrotto, di persone. Una lunga e silenziosa processione di amici, colleghi, dipendenti e conoscenti che ieri hanno voluto salutare e rendere omaggio a Daniele Becci, il neo eletto presidente della Camera di Commercio di Chieti-Pescara morto improvvisamente due sere fa, a 63 anni, mentre era ricoverato in ospedale, ucciso da un infarto che non gli ha lasciato scampo. La camera ardente allestita nella sala Camplone di via Conte di Ruvo ha accolto per tutto il giorno autorità, sindaci, imprenditori, rappresentanti delle categorie produttive e tanti cittadini che hanno voluto esserci. Nessuno riesce a farsi capace della scomparsa improvvisa di Becci che appena pochi giorni fa, il 29 dicembre, aveva raggiunto un obiettivo per il quale aveva lavorato pazientemente e tenacemente, cioè l’elezione a presidente della Camera di commercio unica. Questo doveva essere il suo momento, perché aveva realizzato il sogno in cui aveva creduto più di ogni altra cosa, senza dimenticare i tanti traguardi già raggiunti in passato, non solo come costruttore ma anche a livello pubblico. Prima con l’associazione dei costruttori (Ance) e con Confindustria e poi nell’ambito del mondo camerale, con due mandati consecutivi alla guida dell’ente pescarese, dal 2009. Un percorso che si è concluso proprio con il coronamento del progetto dell’unificazione delle due Camere di Pescara e Chieti, portato avanti fino alla realizzazione. La sala Camplone, la stessa che ha sempre ospitato gli appuntamenti pubblici più importanti dell’ente, è intrisa di costernazione e dolore. Difficile credere che sia accaduto veramente, che in un attimo o poco più il sorriso contagioso e sornione di Becci si sia spento per sempre. Che la sua energia, la sua grinta, la sua determinazione di ferro siano volati via per sempre insieme al suo amore per questa terra, ai progetti che voleva realizzare per l’economia. E l’unico modo per condividere il dolore della famiglia, in queste ore, è stare lì. Vicini alla famiglia di Becci, dalla mamma Marisa alla moglie Francesca, con i figli, Alessandro e Arianna, e i fratelli, Andrea e Stefano. Tra i pensieri espressi ieri in ricordo di Becci c’è quello della marineria, a cui è sempre stato vicino. Armatori e pescatori hanno ricordato che Becci non ha «mai negato la sua presenza nei momenti più difficili, ad esempio quando il porto era chiuso. Ogni volta che ne abbiamo avuto bisogno ci ha sempre incontrati e indirizzati. Ci diceva dove andare e cosa dire. Sembra uno duro, ma lo sentivamo come noi, uno di noi. Ci diceva in faccia quello che pensava, per questo ci piaceva. E lo ringraziamo per ciò che ha fatto». Anche oggi si potrà salutare Becci nella camera ardente, dalle 8. Alle 14.45 un corteo accompagnerà il feretro partendo da via Muzii (all’altezza del bar Napoli) e percorrendo via Regina Elena per raggiungere la chiesa di Sant’Antonio, dove sarà celebrato il funerale, alle 15. Il traffico e la sosta saranno gestiti dalla polizia municipale, e non è esclusa la possibilità di lasciare le auto sul tratto iniziale della strada parco.