Eccoli di nuovo i 6 per 3. Il grande baraccone della pubblicità in formato elezioni è partito, il Pd in prima linea: ieri hanno fatto la loro comparsa in vari angoli di Pescara, e anche a Lanciano, i primi manifesti, grazie ai quali scopriamo che in Abruzzo la sanità va a gonfie vele e che i posti di lavoro sono aumentati. Illusioni ottiche.
Tanta la fretta, che ci scappano pure gli errori: “12 milione di euro di investimento”, va bene un singolare al posto di un plurale. Li vedete qui sotto.
Mentre è in corso, molto sottobanco, la lotta per le candidature: domani si riunisce il Pd che ha convocato la segreteria regionale, i consiglieri regionali e i parlamentari ma già si sa che uscirà la fumata bianca, i giochi quindi non sono ancora fatti. Ma le ipotesi sono tante. Per esempio, a Pescara, un elettore Pd si troverà di fronte questa scelta: capolista al Proporzionale della Camera il fedelissimo di Luciano D’Alfonso, Camillo D’Alessandro, che si candiderà anche all’Uninominale di Lanciano-Vasto-Ortona, secondo il suggerimento del governatore (così, se verrà eletto in entrambe le opzioni, potrà scegliere e favorire l’ingresso alla Camera del secondo in lista); capolista al Proporzionale del Senato lo stesso D’Alfonso; capolista all’Uninominale del Senato, Federica Chiavaroli (eletta nel 2008 col listino di Chiodi, al Senato nel 2013 nella lista di Berlusconi e nel 2014, nel sostenere la candidatura di Guerino Testa a sindaco di Pescara giurava che non sarebbe mai andata a sinistra: guardare, per credere, la foto qui sotto).
Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta.
Ma è anche la grande fuga che si prepara dalla giunta regionale a creare qualche apprensione al governatore: Marinella Sclocco si candiderà con Liberi e Uguali ed è ormai assodato; Donato Di Matteo è indeciso se cedere alle lusinghe di Dalfy o accettare una candidatura con Liberi e Uguali (anche se di traverso ci si è messo Gianni Melilla) e Andrea Gerosolimo medita di restare al suo posto alla Regione (dopo aver pensato di dimettersi e candidarsi col centrodestra) e di lanciare a Roma con Berlusconi la moglie, il sindaco di Prezza Marianna Scoccia, in modo da garantirsi due comode poltrone in politica. Ma proprio ieri Marianna ha detto grazie no e ha rifiutato l’invito a cena del Cavaliere “sia pure a malincuore”.
“Berlusconi guarda ai voti – ha commentato – e sapeva quindi che anche per la mia storica appartenenza al centrodestra e per la mia esperienza amministrativa avrei potuto contare su un consistente patrimonio elettorale ma la mia candidatura è esclusa perché l’impegno parlamentare mi porterebbe lontana dalla mia famiglia: sono madre di due bambini che hanno bisogno della mia presenza quotidiana”.
Fine delle trasmissioni. Ma il no di Marianna riapre, sia pure non in quota rosa, la corsa per il marito Andrea, che con Berlusconi ci ha lasciato il cuore.
ps: insomma, fino a questo punto non ci si capisce molto. Anzi, con queste candidature votare a sinistra o votare a destra è assolutamente lo stesso. Quindi, l’unica speranza è che cambi qualcosa.