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Data: 09/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ed.nazionale - Roma-L'Aquila, uno sconto per i pendolari

ROMA I tecnici del ministero dei Trasporti sono al lavoro da giorni. L'obiettivo è attenuare la maxi stangata di Capodanno sui pedaggi della Roma-L'Aquila, placando così l'ira crescente di automobilisti, imprese ed enti locali. La scelta, vista la delicatezza della situazione, alla fine sarà solo politica perché le tariffe, al di là delle proteste di questi giorni, sono legate ad una legge in vigore e non sono il frutto di una scelta autonoma dei concessionari. La decisione arriverà, con ogni probabilità, nel vertice di oggi tra Graziano Delrio, Nicola Zingaretti e Luciano D'Alfonso.
Sul tavolo del ministro e dei governatori di Lazio ed Abruzzo ci sarà uno schema che prevede uno sconto per i pendolari della tratta autostradale. Un meccanismo che dovrebbe essere attuato - il condizionale è d'obbligo - grazie all'intervento congiunto del Mit e delle due Regioni per scontare le tariffe autostradali. Difficile quantificare i costi al momento, di certo sarà un provvedimento che potrebbe avere una natura eccezionale, legata ai disagi del terremoto.
Ma sul tavolo c'è anche una ipotesi alternativa. Ovvero quella di accollare allo stato centrale tutti gli oneri, magari immaginando uno sconto più ampio, esteso a tutti i pendolari e non solo a quelli dell'A24 e A25. Possibile, infine, un coinvolgimento delle concessionarie che potrebbero spalmare gli incrementi.
I DUBBI DEL TESORO
Al Tesoro, che di aprire i cordoni della borsa non ci pensa affatto, hanno molti dubbi. Perché è una legge dello stato a stabilire i rincari delle tariffe autostradali e solo ipotizzare scorciatoie, tanto più in pieno clima elettorale, non appare corretto sotto il profilo deontologico e dei bilancio pubblico. Insomma, potrebbe essere il Mit a trovare i fondi nelle pieghe di bilancio o, dopo il vertice con Zingaretti, individuare un mix di interventi. Dopo la rivolta degli amministratori locali, i blocchi e i sit in in autostrada di commercianti, imprese e utenti, trovare una via d'uscita sembra comunque una scelta obbligata. Non solo perché la tratta serve una zona terremotata, quindi particolarmente meritevole di attenzione, ma anche perché il ministro dei Trasporti Graziano Delrio ha compreso quanto sia necessario cercare un compromesso tra i paletti imposti dalla legge e le richieste che vengono dal territorio.
I DETTAGLI
Del resto il rincaro del 12,8 per cento scattato a gennaio per la Strada dei Parchi, è il frutto di una serie di sentenze, l'ultima pronunciata a luglio del 2017, che hanno dato torto al ministero sullo stop alle tariffe dei tre anni precedenti e ragione alla società concessionaria. Da qui l'adeguamento più che sostanzioso e per certi versi inaccettabile per chi ha subito il dramma dl sisma. Ma il rischio, fanno notare al Mit, è anche quello di innescare un sorta effetto domino per tutte le tratte dove sono scattati i rincari, Val d'Aosta in primis. L'aumento dei pedaggi è legato sostanzialmente a due variabili (inflazione e investimenti) stabilite dalla legge e non dalle concessionarie autostradale.
LA PRIVATIZZAZIONE
Anche ieri le proteste non si sono fermate, con i sindaci delle zone terremotate che sono scesi in campo. Ed è stato proprio Zingaretti a ricordare l'incontro previsto per questa mattina al ministero. Vertice a cui parteciperà anche il governatore dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso che ha ripetuto che gli aumenti non possono superare il 2% e trattandosi di una concessione di 29 anni «noi non possiamo sostenere 29 aumenti nonostante sia nel contratto frutto della privatizzazione della gestione».

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