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Data: 09/01/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Verso il voto - Elezioni: Rapino (pd) ''D'Alfonso in corsa, con lui Cialente e il manager Honeywell''. Il segretario Pd punta a unire la coalizione; cita anche Borrelli, la Chiavaroli, Lapenna e Di Benedetto tra i papabili; in 15 giorni si decide

L’AQUILA - Unire la coalizione, rinsaldando i legami a sinistra e al centro, presentando un fronte compatto e trovando i candidati per una volta non con le primarie, ma con la vecchia sintesi di partito di una volta, mediando la rappresentatività dei territori alle indicazioni romane.

Questo il difficile obiettivo del Partito democratico e del suo segretario regionale, Marco Rapino, alla prima grande sfida alla guida dei dem dopo la sua elezione nel 2015 e i risultati altalenanti alle ultime tornate di amministrative.

Un centrosinistra che saprà solo in “zona Cesarini” se potrà schierare come “centravanti” il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, che, questa la prima notizia fornita da Rapino nell’intervista ad AbruzzoWeb, è in piena corsa per la candidatura dovrebbe sciogliere la riserva di qui a un paio di settimane, a pochi giorni dalla scadenza del 31.

Altra notiziona, la prima ufficializzazione di quanto scritto più volte nei mesi scorsi: l’ex sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, “è nella rosa” dei pre-selezionati e quindi in piena lizza per le candidature al Parlamento, dov'è già stato deputato per due mandati, a dispetto delle sue smaliziate smentite di rito sui social.

Oltre al suo, Rapino fa anche alcuni nomi importanti di papabili: Giulio Borrelli, sindaco di Atessa, Luciano Lapenna, ex primo cittadino di Vasto, ma anche Americo Di Benedetto. E tra la società civile, il manager della Honeywell Gaetano Di Corinto, a dispetto dell’annunciata chiusura dell’azienda.

Al contrario del 2013, quando c’era un grosso ottimismo, poi smentito dai risultati del voto, in queste settimane tira una brutta aria sul Pd, visti anche i sondaggi. È d’accordo? Avete paura di perdere?

I sondaggi lasciano il tempo che trovano, li abbiamo già visti smentiti. Ci dicono, questo sì, che le forze che hanno governato hanno anche subìto un logoramento. Questa campagna elettorale, pertanto, servirà a fare chiarezza, a comunicare tutto quello che abbiamo fatto, ma dovrà servire anche a sintonizzarsi con gli elettori. Non solo promesse a spot, ma fatti da mettere in campo per governare il Paese.

Le rose dei nomi devono arrivare sulla sua scrivania entro il 10, quali saranno passi successivi?

Ci sarà una direzione nazionale, di cui non si sa ancora la data, poi anche una direzione regionale, dopo il 20, per dare l’indicazione.

Il nodo è D’Alfonso, inutile girarci intorno. Quando scioglierà la riserva?

La possibilità di una sua candidatura è pienamente in campo, il nodo verrà sciolto con la comunità politica, nei tempi della presentazione delle liste. Come ho detto, prima della fine del mese avremo tutti i nomi e quindi sapremo anche se lui ci sarà o meno.

Le primarie per l’ordine delle liste come fu nel 2013 si possono escludere una volta per sempre?

Non c’è stata questa indicazione a livello nazionale. Se il partito discute va benissimo anche senza, è possibile individuare le personalità e le figure migliori, dalla base agli organi dirigenti.

Quali saranno i criteri per trovare la sintesi?

Pariamo dagli uscenti che hanno lavorato in questi anni e portato a casa risultati, poi dobbiamo avere la capacità di allargare la coalizione oltre il Pd. I collegi uninominali sono del centrosinistra, non solo del Pd, verranno riempiti coinvolgendo sindaci, personalità di spicco dei territori. Vogliamo avere una pluralità ampia. Vanno coinvolti anche assessori e consiglieri regionali nella composizione delle liste, per mettere in campo tutta la nostra forza: non dobbiamo giocare in difesa, ma all’attacco.

Qualche nome?

Fuori dal Pd penso al sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, che potrebbe interessare, o alla stessa Federica Chiavaroli, che è sottosegretario uscente. Ma ci sono anche tante esperienze nostre come Luciano Lapenna, ex sindaco di Vasto, o Gaetano Di Corinto della Honeywell.

Sull’Aquila c’è la variabile impazzita Massimo Cialente...

È nella rosa, così come Americo Di Benedetto.

Sondaggi saranno svolti?

A livello regionale no, in ambito nazionale al momento non so dire.

Sul tema della riconferma degli uscenti è previsto qualche vincolo di mandato?

Nelle rose di nomi che mi stanno dando i provinciali ci sono tutti, poi è chiaro che saranno chi in alto e chi in basso nel listino, qualcun altro nel maggioritario.

Giovanni Legnini è del tutto fuori da questa competizione elettorale?

È vice presidente del Csm, non me la sento neanche di chiamarlo in causa.

Lei sarà candidato?

Assolutamente no, darò una mano a comporre le liste ma non ho nessuna velleità personale.

Il borsino del rapporto con gli alleati com’è, a oggi?

Dobbiamo cercare di tenere tutta l’alleanza regionale nel quadro di quella nazionale. È necessario confrontarci, in modo che la coalizione vada coesa. Situazioni da sanare non ce ne sono, su cui parlare sì.

Paracadutati da Roma alla Yoram Gutgeld del 2013 è lecito attenderseli?

Potrebbe succedere, ma compatibilmente alla condizione che viviamo in Abruzzo, in fondo non abbiamo una grande quota di proporzionale. Qualche candidatura da Roma ci può stare, perché siamo una comunità nazionale, ma sarà fondamentale comporre liste che non vadano a ledere la rappresentatività del territorio.

Ci sono già o ci saranno anche proposte della cosiddetta società civile?

Abbiamo diverse disponibilità raccolte, nelle liste potrebbero esserci anche sorprese.

Come si incastra la campagna elettorale delle Politiche con quella per le Regionali 2019? Ancora una volta il nodo è D’Alfonso.

Se il presidente D’Alfonso decidesse di candidarsi al Parlamento, lo farà per dare un vantaggio all’Abruzzo: con un governo appannaggio del Pd, potrebbe figurare nella squadra dei ministri. A oggi, comunque, non posso immaginare come sarà la campagna 2019: ritengo che ripartiremo dalla coalizione e dal presidente uscenti, ribadisco, a oggi. Comunque si svolgeranno le primarie, anche se il nostro candidato fosse D’Alfonso.

Con D’Alfonso a Roma, Giovanni Lolli potrebbe essere il vostro candidato presidente?

Se D’Alfonso andrà a Roma, Lolli sicuramente farà il presidente per il periodo di tempo necessario, poi valuterà la coalizione. Sicuramente è una personalità su cui non vedo problemi, è tra i più rappresentativi nel partito.

Il candidato governatore dovrà essere pescato fuori dai parlamentari eletti?

Potrà chiunque raccoglierà le firme per le primarie, che dovranno essere un appuntamento importante.

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