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Data: 10/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rifiuti, faro della Ue. M5S contro le regioni Pd La replica: «Sproloqui»

ROMA L'eco dell'emergenza romana, dei cassonetti stracolmi di pattume, degli impianti cittadini al collasso è arrivata anche a Bruxelles. C'è un dossier Roma sulle scrivanie della Commissione europea, è una prima fase di «monitoraggio», ha spiegato ieri un portavoce ufficiale dell'Ue, per seguire la parabola dell'ennesima crisi capitolina. Presto per dire se questo controllo sfocerà in una procedura d'infrazione come è accaduto a Napoli dieci anni fa, al momento non siamo neanche al livello di pre-contenzioso, ma gli esperti europei seguono da vicino quanto accade nella Città eterna.
È il segnale che i timori confessati ieri su queste colonne dal ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, («Senza cambiamenti a Roma rischiamo l'intervento dell'Europa») sono fondati.. «La Commissione è consapevole delle difficoltà nella gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio», ha detto ieri un portavoce di Bruxelles. «Alcune segnalazioni ricevute e le notizie riportate dai media indicano che il network regionale delle installazioni per lo smaltimento de rifiuti non appare pienamente operativo», anche se «per il momento non ci sono prove chiare di infrazioni della legislazione comunitaria». Lo stesso portavoce ha ricordato che «spetta alle autorità nazionali la principale responsabilità di assicurare che le reti per la gestione dei rifiuti funzionino in modo appropriato e trovare soluzioni per risolvere le difficoltà. In ogni caso la Commissione continuerà a monitorare la situazione nel Lazio e l'applicazione del piano di gestione dei rifiuti». Fonti europee sottolineano in ogni caso che la crisi di Roma al momento non può essere paragonata a quella campana del 2008, che ha portato a una sentenza della Corte di giustizia contro l'Italia per la mancanza di «un sistema integrato di gestione dei rifiuti nella Regione».
TARIFFE E IMPIANTI
Certo è che la mossa dell'Ue arriva in pieno scontro tra Pd e Movimento Cinquestelle. L'appello lanciato due giorni fa dal leader dem, Matteo Renzi - «basta polemiche» - non sembra fare breccia nello schieramento pentastellato. Anzi. Ieri sull'impasse romana è intervenuto direttamente Luigi Di Maio, che ha accusato le Regioni a guida Pd di «sfruttare» la crisi in chiave elettorale. Secondo il capo politico del Movimento, «l'Emilia ha un costo di 180 euro a tonnellata, l'Abruzzo di 150 euro a tonnellata. Noi per far risparmiare i romani scegliamo la Regione che ha meno costi. I presidenti di Emilia, Abruzzo e Lazio sono dello stesso partito, usano i romani per la campagna elettorale, temporeggiando».
Questo perché, dopo la retromarcia del Campidoglio sull'accordo con l'Emilia, l'altro ieri l'Abruzzo ha chiesto al Campidoglio alcune garanzie per dire «sì» all'immondizia di Roma, dopo la richiesta dell'Ama. Di fatti D'Alfonso replica subito a Di Maio: «Non chiamatemi Cunctator», dice, cioè Fabio Massimo il temporeggiatore. Al Campidoglio, spiega D'Alfonso, «abbiamo solo chiesto chiarezza su tempi, costi e strategie per uscire dall'emergenza. Ma c'è collaborazione istituzionale». Va detto poi che la sindaca Virginia Raggi ancora non gli ha risposto. Quanto a Di Maio: «Sproloquia», chiosa il governatore abruzzese. Per l'Emilia replica, calcolatrice alla mano, l'assessore Paola Gazzolo: «Il costo medio dello smaltimento in Emilia-Romagna è di 116,7 euro a tonnellata, anche aggiungendo un costo di disagio non si arriverebbe mai alle cifre del M5S, cifre in libertà. Ama poi non ci ha nemmeno chiesto un preventivo».
Ieri intanto il caso rifiuti ha fatto breccia nell'Assemblea capitolina che si è riunita per la prima volta dopo le feste. I consiglieri Pd hanno portato i sacchetti tra gli scranni, sotto la statua di Giulio Cesare, ma il tema dell'emergenza verrà affrontato nel dibattito di domani.

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