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Pescara, 24/07/2024
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Data: 11/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Arriva l'immondizia di Roma. Mille Tir carichi di rifiuti sulle strade abruzzesi. La sindaca Raggi risponde alla lettera di D'Alfonso, che oggi riunisce la Giunta

PESCARA Dodici Tr al giorno, con a bordo circa 370 tonnellate di rifiuti provenienti dalla Capitale. Un dato che, moltiplicato per tre mesi, vorrebbe dire 1080 mezzi pesanti in transito sulle strade abruzzesi (33mila tonnellate di indifferenziato), con tutto quello che ne consegue in termini di viabilità e di emissioni in atmosfera. Perché tre mesi? È il termine massimo che il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, ha concesso alla sindaca della Capitale, Virginia Raggi, per conferire i rifiuti romani negli impianti abruzzesi. A guardare bene le carte, si scopre però che la manifestazione d'interesse trasmessa dall'Ama (l'azienda che si occupa del ciclo dei rifiuti nella Capitale), parla di un anno. E a questo punto, i Tir in transito potrebbero diventare 3600, a fronte di 111 mila tonnellate trasportate. L'altra faccia della medaglia mostra un giro d'affari di circa 55.500 euro al giorno (il costo per smaltire una tonnellata di rifiuti è di 130 euro, ai quali se ne aggiungono altri 20 di eco-ristoro). Una cifra che in tre mesi porterebbe 4 milioni e 995mila euro agli impianti abruzzesi, pubblici e privati. Moltiplicata per 300 giorni, invece, si tradurrebbe in volume d'affari di oltre 16 milioni e mezzo. E al contrario dell'immondizia, pecunia non olet. Ieri è arrivata la risposta "politica" della sindaca Raggi alla lettera di D'Alfonso, attraverso la quale il governatore confermava la disponibilità dell'Abruzzo ad accogliere una parte dei rifiuti romani, a patto che venissero indicati con chiarezza la quantità, il numero di mezzi che giornalmente raggiungerebbe le discariche, e soprattutto, la durata di questa forma di solidarietà istituzionale, considerato che gli impianti abruzzesi sono sì sovradimensionati, ma non possono accogliere in eterno l'immondizia di altri. Una risposta garbata, sul fronte istituzionale, ma che scarica tutta la responsabilità di fornire i dati e le cifre richiesti sull'Ama. «Relativamente a quantitativi, tempi e costi del trattamento a freddo in Abruzzo», scrive infatti Raggi, «questi attengono alle decisioni tecniche e gestionali di Ama spa in cui la politica non può entrare. In particolare, ciò vale per quanto riguarda le tariffe che vengono negoziate tra le aziende. Abbiamo chiesto al presidente di Ama, Lorenzo Bacagnani, di fornire alla Regione Abruzzo i dati tecnici. Si tratta di quotazioni relativa a una richiesta pubblica presentata da Ama lo scorso ottobre e alla quale nei mesi scorsi hanno risposto numerose aziende in tutta Italia, comprese alcune in Abruzzo». Un classico esempio, commenta il coordinatore di maggioranza in Consiglio regionale, Camillo D'Alessandro, «di super niente: faremo, stiamo lavorando, i dati dei rifiuti non li so...certo per carità mica sei il sindaco di Roma. Cioè la Capitale è in emergenza e tu ignori quantitativi e giorni necessari per il superamento della crisi? Roba da pazzi», si legge sul suo profilo facebook. Oggi si riunisce la Giunta regionale abruzzese, e all'ordine del giorno figura proprio la proposta di accordo di programma per la gestione dei rifiuti indifferenziati provenienti da Roma. Sui tre mesi D'Alfonso è irremovibile. Ieri, ha detto, «ci sono stati dei contatti tra le strutture tecniche per consentire quella che nell'attività amministrativa si chiama istruttoria». Certo, non tutti gli abruzzesi fanno i salti di gioia, alla notizia dell'arrivo di rifiuti da altre regioni. «Non è ammissibile», tuona il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, che in mancanza di chiarezza minaccia di bloccare i camion, «che per colpa dell'inerzia di chi non ha saputo gestire il problema, i rifiuti di Roma arrivino in Abruzzo. La Regione Abruzzo, dal canto suo, non può pensare, per vicinanza politica con quella laziale, di autorizzare l'arrivo indiscriminato di rifiuti. Se avessi dovuto autorizzare l'arrivo dei rifiuti nella discarica di proprietà del Comune di Chieti», ha aggiunto, «avrei già sbarrato l'ingresso, in modo da evitare qualsiasi altra forma di conferimento che non sia quella già prevista. Purtroppo non posso utilizzare lo stesso strumento per rifiuti che dovrebbero arrivare in Abruzzo per essere trattati in impianti privati di Chieti, Sulmona e Aielli. Tuttavia è interessato il mio territorio e per questo, a tutela della salute dei miei cittadini e di quelli della Valpescara, vicinissimi all'impianto Tmb di Casoni, prima di accogliere nuovi rifiuti pretendo di avere chiarezza su impatto ambientale generato da un eventuale arrivo di mezzi, quantità e qualità dei rifiuti, durata del conferimento e il numero di camion che arriveranno sulla mia città in ottemperanza alle prescrizioni Via. Qualora non dovessi ottenere risposte esaurienti su quanto richiesto, pur di tutelare la salute dei miei cittadini, sono pronto ad emettere una ordinanza che vieti il passaggio dei camion sul tratto di strada che conduce al Tmb».

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