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Data: 12/01/2018
Testata giornalistica: Mapero'
Il condizionale è d’obbligo

Di Maio litiga col congiuntivo e conquista la prima pagina del Corriere. E si becca una sequela di insulti mai visti.

“Io da sempre ho detto che il movimento ha sempre detto che noi volessimo fare un referendum…”.

Rieccolo: intervistato dalla tv Primo Canale sulla posizione ondivaga del Movimento 5 stelle sull’euro, il leader grillino incespica nella risposta. Grave gravissimo, ma se una scusante la volessimo trovare, si potrebbe dire che è l’emozione da microfono. Se invece l’errore lo scrivi e resta lì ore e ore e giorni e giorni e non lo correggi, allora l’asinitudine c’è tutta e anche di più.

Succede in Abruzzo, col Pd che ha sdoganato a quanto pare la scivolata sul congiuntivo. Succede col fedelissimo di Luciano D’Alfonso e candidato al Parlamento Camillo D’Alessandro che qualche giorno fa, parlando di rifiuti, anzi scrivendo di rifiuti su Facebook, ha scritto testuale, dopo aver premesso di aver studiato (“Ora cerco di spiegartelo, proprio perché ho studiato”) che ….

”il Comune non lo fa, perché se lo farebbe, comunque avrebbe il dissenso”,

continuando con una bella spocchia a inveire contro il poveretto che gli aveva chiesto lumi sui rifiuti della Capitale.

“Se lo farebbe”, scrive Camillo, prossimo parlamentare della repubblica: d’altronde a che servono i congiuntivi o le capacità i meriti o le professionalità? A niente.

A niente sono servite quelle di un’altra parlamentare che ha annunciato di non volersi ricandidare, vinta dalle amarezze e dall’ostracismo che le hanno fatto in terra abruzzese, prima che la depennassero loro: Maria Amato, primario radiologo dell’ospedale di Vasto che nella legislatura appena conclusa ha contribuito a portare al traguardo sei delle più importanti leggi sui diritti. Quella sul “dopo di noi”, il biotestamento, lo spreco alimentare con particolare riferimento allo spreco di farmaci, la riforma del terzo settore, la legge sull’autismo. Celebrata a Roma, dove è stata componente della commissione Affari sociali e della Commissione d’inchiesta sull’uso dell’Uranio impoverito, e dove ha fatto registrare un tasso di presenze pari al 95,75%, (ha presentato 368 emendamenti, 103 interrogazioni e 155 disegni di legge), bistrattata a casa sua. Sembra che al suo posto il Pd preferirà candidare Antonio Boschetti, ex consigliere regionale ai tempi di Ottaviano Del Turco poi coinvolto nell’inchiesta sulla Sanitopoli, finita per lui con una assoluzione e una prescrizione.


Certo, in Abruzzo non si stupisce più di niente nessuno. Ma altrove sì. Tante sono state le manifestazioni i sconcerto e di solidarietà ricevute dalla Amato. Molte di natura pubblica, uscite su Facebook. Come quella di Giuseppe Romanini, deputato di Parma:

“Sono certo che al Pd e soprattutto al Parlamento mancheranno queste tue doti e la tua capacità di metterle a disposizione della collettività. Nelle tue parole si coglie l’amarezza di un contesto politico territoriale difficile. Io non lo conosco e non mi intrometto ma vorrei che dalle tue parti fosse chiara la consapevolezza di quanto utile, produttivo e determinante in tanta parte della produzione legislativa di questi anni (soprattutto in materia di sanità e diritti) sia stato il tuo ruolo. Un ruolo non gregario ma da protagonista appassionata e unanimemente rispettata e stimata”.

Oppure Gian Piero Scanu, presidente della Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito:

“Sulla cronaca di Vasto di un quotidiano dell’Abruzzo, ho avuto modo di apprendere la tua intenzione di rinunciare a candidarti alle prossime politiche. Ne sono rimasto molto sorpreso ed oltremodo dispiaciuto. Con la sobrietà che mi auguro di riuscire a mettere nella mia vita, vorrei dirti che in questi anni di lavoro in Commissione sei stata un meraviglioso esempio di persona competente, precisa, assidua e leale, per me e per tutti i colleghi. Le persone come te -che sono rare- non dovrebbero mai abbandonare la militanza politica nelle istituzioni. Ti prego di ripensarci, lo devi al nostro Paese”.

No, Maria non ci ripenserà e tornerà al suo lavoro di medico. Non c’è posto per gente come lei, seria, appassionata e competente, tra le candidature abruzzesi del Partito democratico.

ps: anche perché i congiuntivi li azzecca tutti.

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