ROMA E' raro che in politica parlino le cifre e ancor di più che le cifre parlino da sole. E' il caso del meccanismo del due per mille, ovvero del sistema di finanziamento ai partiti varato durante il governo Letta tramite donazioni dirette degli italiani indicate sul 730 con una semplice firma.
Ebbene nel 2017 oltre un milione di italiani hanno deciso di finanziare i partiti assegnando loro complessivamente poco più di 15 milioni di euro (15,3 per l'esattezza) contro gli 11,7 milioni di euro che erano stati incanalati nel due per mille per i partiti con le dichiarazioni del 2016.
Ben 602.490 italiani (l'1,5% di tutti i contribuenti che sono poco più di 40 milioni) hanno assegnato il due per mille al Partito Democratico che ha ottenuto il consenso di circa 110.000 contribuenti in più rispetto al 2016.
L'IMPENNATA
I Democrat avevano raccolto 6,4 milioni nel 2016 e l'anno scorso sono saliti a quota 7,9 milioni confermandosi la forza politica nettamente preferita per questa forma di finanziamento di cui assorbono il 49% delle risorse totali. Il che consente al senatore dem Andrea Marcucci di sottolineare che: «Il Pd ha abolito grazie ad una sua legge, il finanziamento pubblico ai partiti. Ed oggi riceve dai cittadini, con il 2 per mille, quasi 8 milioni di euro. È un segno tangibile del consenso e della credibilità di cui gode il partito democratico».
Al secondo posto non c'è il Movimento 5Stelle perché questa formazione non si considera un partito e non ha uno statuto che - come prevede la legge del 2013 - consente di chiedere soldi agli italiani attraverso il fisco.
IL LIVELLO
E così il secondo partito più gettonato dai contribuenti è la Lega, che ha molto accresciuto il livello dei suoi contribuenti aficionados passati da 129 a 172 mila con uno spettacolare aumento percentuale del 25,5%. La formazione guidata da Matteo Salvini ha incassato 1,8 milioni contro l'1,4 del 2016. Il Carroccio raccoglie il 14% di tutte le risorse messe in moto col due per mille e stacca nettamente Forza Italia che raggranella solo 850 mila euro pari al 6% delle risorse.
Nelle posizioni più basse della classifica si trovano tre formazioni alla sinistra del Pd come Sel (753 mila euro), Rifondazione Comunista (611 mila euro) e Possibile di Pippo Civati con 247 mila euro). Un vero e proprio exploit lo compie la Sudtiroler Volkspartei, il partito degli italiani di lingua tedesca che abitano in provincia di Bolzano, cui vanno ben 477 mila euro ovvero più della metà delle risorse destinate dai contribuenti a Forza Italia.
La pletora dei piccoli partiti si divide poi le briciole della torta. Ecco i 271.000 euro per i Verdi accanto ai 247 mila che contribuiranno a tenere in piedi il Centro Democratico di Bruno Tabacci e i 181 mila del Partito Socialista di Riccardo Nencini.
Prossimi alla soglia dei 100mila euro si trova l'Unione Sudamericana Emigrati Italiani (105mila) e Scelta Civica che la scavalca per poche centinaia di euro. Sotto quota 100mila euro ecco l'Italia dei Valori che incassa 74mila euro, l'Union Valdotaine con 66mila, i Conservatori e riformisti (64mila), il Partito Liberale (57mila), l' Unione per il Trentino (54mila), il Movimento La Puglia in più (61mila), il Movimento associativo italiani all'estero (59mila), Fare! (46mila).
Chiudono la classifica il partito Autonomista Trentino Tirolese (38mila), Stella Alpina (32mila) e, il movimento Idea dell'ex ministro Gaetano Quagliariello che raccoglie appena 27mila euro.
Va ricordato, infine, che la stessa legge del due per mille ha azzerato dal 2017 il finanziamento pubblico dei partiti che nel 2011 aveva assorbito 182 milioni di euro.