TERAMO Nell'Italia della tragedia di Andria, con le 23 vittime dello scontro tra treni del 12 luglio del 2016, il fascicolo aperto dalla Procura teramana ipotizza scenari inquietanti su quello che avrebbe potuto essere un tamponamento tra due convogli che si erano trovati a transitare sullo stesso binario e che solo per la prontezza di un macchinista non è stato.E' firmata dal pm Stefano Giovagnoni l'inchiesta aperta per pericolo di disastro ferroviario che riguarda un episodio avvenuto il 7 luglio dell'anno scorso sulla tratta Giulianova-Roseto della linea ferroviaria adriatica quando due treni, uno merci e uno passeggeri, hanno rischiato un violento tamponamento. Sostiene l'autorità giudiziaria a causa di un'errata opera di verniciatura dei binari che, sempre secondo l'accusa della Procura, avrebbe creato una interferenza con il sistema di sicurezza della rete ferroviaria chiamata Bacc, blocco elettrico automatico a correnti codificate. Per il momento nel fascicolo ci sono tre indagati, tutti dipendenti di Rfi (Rete ferroviaria italia) e con vari incarichi, ma è probabile che il numero possa aumentare. L'inchiesta è scattata al termine delle indagini, svolte dalla polizia ferroviaria del compartimento di Ancona, che avrebbero evidenziato come i due treni si erano ritrovati sullo stesso binario a causa di un malfunzionamento del sistema di sicurezza causato da una non conforme verniciatura dei binari stessi. Tale verniciatura avrebbe provocato un'interferenza che non avrebbe permesso al treno merci di rilevare la presenza del regionale su quello stesso binario. Secondo il magistrato, dunque, quel 7 luglio dell'anno scorso ci sarebbe stato il pericolo di un disastro ferroviario, tra le stazioni di Giulianova e Roseto. Qui un treno regionale proveniente da Rimini e diretto a Foggia e il convoglio merci proveniente da Modane e diretto a Fossacesia si erano trovati sullo stesso binario giungendo in maniera pericolosa a quello che negli atti viene definito «a contatto visivo» con il rischio di una collisione evitata solo perchè il macchinista del treno merci riuscì ad azionare la frenatura di emergenza arrestando il convoglio a 186 metri dal treno regionale che lo precedeva. La Procura, contesta agli indagati, la violazione di alcune norme riguardanti proprio la procedura seguita per la verniciatura delle rotaie che avrebbe dovuto essere fatta seguendo particolari direttive per evitare l'interferenza con il sistema di sicurezza della rete ferroviaria.