L'AQUILA «Ma quale ripresa del progetto della ex giunta Cialente? Il nostro progetto non c'entra nulla e non ha alcun nesso con la sciagurata idea del ponte sulla Mausonia». Il sindaco Pierluigi Biondi non ci sta a passare per chi "copia" i progetti.«Il piano presentato dagli assessori Carla Mannetti e Luigi D'Eramo, è completamente nuovo e riguarda la pedonalizzazione di via Tancredi da Pentima, per la riqualificazione di un'area importante per la città, come le Novantanove Cannelle e il Munda. E che fa parte di un progetto più ampio di riqualificazione dell'intera area della stazione ferroviaria. Qualcuno è mai riuscito a fare un accordo con Rfi prima di oggi?».Dopo la presentazione del piano di riqualificazione dell'area Stazione Fs-Novantanove Cannelle-Villa Gioia da parte degli assessori Mannetti e D'Eramo, il centrosinistra ha "rivendicato" la paternità del progetto del ponte, che collegherà via Tancredi da Pentima con la Mausonia, con un suo piano del 2016.«Quello non ha nulla a che fare con il nostro, per il quale abbiamo lavorato negli ultimi tre mesi», dice il sindaco Biondi. «Il centrosnistra spiegasse invece alla città il perché della bocciatura da parte del ministero del loro piano da 18 milioni di euro, per la riqualificazione delle zone periferiche e delle frazioni».Ma l'ex sindaco, Massimo Cialente, si dice «stupito» dal fatto che «sia stato ripreso un nostro progetto. Hanno fatto la cosa giusta», sostiene Cialente, «e ben venga che abbiano ripreso quel progetto. Sono invece preoccupato per altre scelte, che non hanno fatto, di proseguire alcuni nostri progetti. Parlo in particolare del blocco del bando per l'assegnazione degli alloggi del Progetto Case: ci sono 600 alloggi liberi e per mere scelte ideologiche, sono bloccati perché la nuova giunta ha cancellato il bando».«Credo sia un grave danno per gli aquilani e anche per le casse del Comune», sottolinea Cialente, «perché il blocco del bando potrebbe interessare la Corte dei conti, che con me è stata meno benevola, visto che mi ha rinviato a giudizio e condannato, qui all'Aquila, per poi essere assolto in Appello a Roma - insieme ad Alfredo Moroni, Fabio Pelini e la dirigente Patrizia Del Principe -, per molto meno: cioè per non avere sfrattato dal Progetto Case e dai Map quegli sfollati dal terremoto che non pagavano gli affitti, i consumi e le quote condominiali».