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Pescara, 24/07/2024
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Data: 13/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Offensiva anti-Rosatellum. L'Abruzzo protagonista. Il 31 gennaio i giudici dell'Aquila esaminano il ricorso contro la legge elettorale. Il professor Di Salvatore: «Ecco quali sono i profili di illegittimità costituzionale»

L'AQUILA Parte anche dall'Aquila l'offensiva al "Rosatellum 2.0", la nuova legge elettorale approvata a novembre in via definitiva e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale.L'udienza nel corso della quale sarà discusso il ricorso è fissata per il prossimo 31 gennaio. A rivolgersi alla magistratura sono stati l'ex deputato del M5S, Massimo Artini, ora in alternativa Libera, e Eleonora Bechis, esponente dello stesso movimento, ai quali si è aggiunto l'abruzzese Stefano Moretti, presidente dell'associazione Osservatorio Antimafia d'inchiesta regione Abruzzo, nonché di Alternativa libera Vasto.Della questione, tuttavia, si occuperanno anche i tribunali di Firenze, che ha fissato l'udienza per il prossimo 17 gennaio, e quello di Roma, che non ha ancora fissato la data di trattazione. I ricorsi sono stati depositati il 20 dicembre dall'avvocato Paolo Colasante, con richiesta di trattazione urgente.Alla stesura ha partecipato in qualità di consulente anche il costituzionalista abruzzese Enzo Di Salvatore, professore associato di Diritto costituzionale presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Teramo.Attraverso i ricorsi si mette in discussione la legittimità costituzionale del "Rosatellum bis", che potrebbe essere sperimentato già in occasione delle elezioni politiche di primavera. In teoria, l'eventuale accoglimento dell'istanza da parte dei giudici potrebbe mettere in discussione anche il risultato delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, che, comunque, da quanto appreso si svolgerebbero in ogni caso. «Questa legge ha evidenti profili di incostituzionalità», spiega il professor Di Salvatore, «perché, con le soglie di sbarramento, le pluricandidature, le liste bloccate e la modalità di esercizio del voto, distorce l'intenzione dell'elettore, comprime il diritto di voto, la rappresentatività e, ironia della sorte, lo fa senza nemmeno garantire la stabilità di governo e maggioranze certe». Al centro dell'istanza, dunque, vi è la richiesta di applicazione di un provvedimento d'urgenza da parte dei tribunali, ai sensi dell'ex articolo 700 del Codice di procedura civile, e il rinvio della legge alla Consulta affinché dichiari illegittime alcune norme del Rosatellum. Tra le principali criticità rilevate, «è previsto un meccanismo per il quale i voti del proporzionale si riversano sui candidati del collegio uninominale e viceversa», sostiene ancora il professor Di Salvatore. «E questo», aggiunge, secondo noi, è contrario allo spirito del maggioritario, dove vince chi prende più voti direttamente». Il meccanismo, inoltre, sempre a giudizio del professor Di Salvatore, «è contrario al diritto di un elettore di dare la sua preferenza a un preciso candidato, e solo a lui». Inoltre, sempre per il legale, «lo stesso candidato, bocciato nella sfida diretta dell'uninominale, può essere eletto se viene candidato anche nel listino bloccato del proporzionale». Il pronunciamento di urgenza, dunque, è stato richiesto considerando l'imminenza della scadenza elettorale per il rinnovo dei due rami del Parolamento. I punti contestyati, secondo i ricorrenti, sono quelli che potrebbero comportare la distorsione del voto.

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