L'AQUILA Una protesta che unisce Lazio e Abruzzo. Oltre i confini e i colori politici. Una voce unica quella dei sindaci, circa 50 le fasce tricolori presenti, riuniti in un sit-in di protesta, questa volta al casello autostradale di L'Aquila Ovest. Il sindaco Pierluigi Biondi in testa, il suo vice Liris, gli assessori Di Stefano, Mannetti, Bignotti e D'Eramo, molti consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, i sindaci di Cervara di Roma, Mandela, Aielli, Celano e Carsoli per fare degli esempi, ma anche dei comuni di Barisciano, Scoppito, Tornimparte e altri del circondario. E ancora il presidente del Consiglio Di Pangrazio e il consigliere Pietrucci, la senatrice Pezzopane, il deputato Melilla. C'erano anche i consiglieri provinciali De Santis e Calvisi. Con loro le associazioni di categoria, i sindacati e qualche cittadino comune, pochi considerando che la battaglia dovrebbe essere di tutti. Non solo la revoca del provvedimento di aumento dei pedaggi e la definizione delle condizioni per il ritiro del decreto ministeriale, ma in molti oggi chiedono allo Stato di rivedere tutta la gestione delle arterie autostradali che, se necessario, potrebbero anche tornare pubbliche.
RISCHIO ISOLAMENTO
«Un aumento che condanna le aree interne all'isolamento dice il sindaco di Tornimparte Giacomo Carnicelli a fronte di servizi non sempre adeguati, basti pensare alla situazione che si crea quando nevica». Per il sindaco di Scoppito Marco Giusti le autostrade sono infrastrutture complesse, ma non può essere l'utenza a pagare con una misura che penalizza un territorio già piegato da altri problemi. «Si tratta di un problema enorme per le aree interne afferma Settimio Santilli, sindaco di Celano giusto ritrovarci nel capoluogo di regione per una protesta che, man mano, diventa sempre più ampia. L'economia locale spiega non ha colori politici». Il sindaco di Mandela Claudio Pettinelli non usa mezzi termini: «Il Governo deve starci a sentire - dice - l'autostrada non può avere questi costi a fronte di infrastrutture carenti e insicure». Come pietre le dichiarazioni del primo cittadino di Cervara di Roma Giovanni Morelli che ha chiesto ai sindaci dimissioni e riconsegna delle fasce. Dice no agli aumenti anche la Confcommercio con il suo direttore regionale Cioni. «Un provvedimento nemico dell'Abruzzo dichiara che mortifica la competitività del sistema economico e produttivo. Così si amputano le potenzialità turistiche del territorio. Viene da pensare conclude che vengano privilegiati interessi particolari e non collettivi e visto che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca chiediamo la revoca degli aumenti altrimenti continueremo a pensar male»
LA LETTERA
La Cgil, fa sapere il segretario provinciale Umberto Trasatti, ha scritto al Presidente del Consiglio. «In questo territorio dice ci saranno investimenti per la messa in sicurezza, lo Stato deve garantire la circolazione e tutelare lavoratori pendolari, studenti e cittadini». Presente anche una rappresentanza dei lavoratori della Intecs che ha lasciato a casa 65 ricercatori. «Siamo qui ha ricordato Elvira De Sanctis segretario Fiom provinciale e ricercatrice Intecs perché noi siamo espressione del disagio legato al lavoro, le nostre professionalità nella città del 5G devono essere salvate, altrimenti molti di noi saranno costretti a cercare lavoro altrove». Licenziamenti assodati la loro voce giustamente non si spegne e si unisce a quella dei sindaci che, fino al raggiungimento del risultato, non si fermeranno con le loro azioni di protesta.