L'AQUILA La protesta cresce ed è trasversale. Coinvolge centrodestra e centrosinistra e vede uniti Abruzzo e Lazio. A due giorni dall'incontro che dovrebbe sciogliere i nodi per annullare l'aumento dei pedaggi sull'A24 e A25, i sindaci dei territori toccati da Autostrada dei Parchi scendono di nuovo in strada. L'incontro chiave tra la società concessionaria e il ministro Graziano Delrio è previsto per domani a Roma al ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Ma ieri mattina, oltre quaranta primi cittadini provenienti dai territori dell'Aquila, Avezzano, Sulmona, dal Teramano e anche dal Lazio, hanno manifestato al casello di Aquila Ovest insieme a cittadini, pendolari, associazioni, sindacati e i lavoratori licenziati della Intecs. Dal primo gennaio le tariffe autostradali sono aumentate del 12,89 per cento, un record rispetto al resto d'Italia. Un aumento da tutti considerato eccessivo, che penalizza fortemente i territori, le attività commerciali e turistiche. «Il territorio rischia di essere utilizzato nel braccio di ferro che si sta consumando tra il ministero i e Strada dei Parchi», dice al megafono il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi. «A Roma si discute dell'allungamento della convenzione ma è inaccettabile che le popolazioni delle aree interne vengano usate come scudi umani in questa guerra. A noi non interessa essere con l'uno o con l'altro. A noi interessa difendere le popolazioni delle aree interne che continuano a scontare il peso di politiche che le penalizzano».Sul tappeto i sindaci hanno portato proposte e problemi, e anche qualche provocazione, come quella di Giovanni Morelli, sindaco di Cervara, in provincia di Roma. Dopo aver rifiutato il megafono e aver additato i colleghi con il termine di "passivi", propone le dimissioni di massa, riconsegniamo tutti la fascia tricolore.«L'aumento dei pedaggi penalizza l'economia di un territorio che sta già soffrendo», spiega invece Francesco Di Paolo, sindaco di Barisciano, in provincia dell'Aquila, coordinatore dei Comuni del cratere sismico. Gli aggravi di spesa vengono evidenziati anche dal deputato Gianni Melilla: «Se si prende una qualunque autostrada, ci si accorge subito che le tariffe sono assai più basse rispetto a quelle dell'Autostrada dei Parchi». «Questi aumenti ci condannano all'isolamento», dice Giacomo Carnicelli, sindaco di Tornimparte, «noi abbiamo l'uscita verso la stazione sciistica di Campo Felice e intorno a quell'uscita volevamo costruire un progetto nuovo di sviluppo turistico. Ma questi aumenti ci tagliano le gambe». «Far tornare sotto le ali pubbliche la gestione del tronco autostradale montano», ribadisce il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, «è inaccettabile che il rischio di impresa se lo accollino sempre e soltanto i cittadini abruzzesi». Poi parla Stefania Pezzopane: «In questo momento non ci sono in gioco solo i rincari, ma anche la convenzione che scade nel 2030», dice la senatrice abruzzese, «non possiamo stare sotto questo ricatto». Con i sindaci ci sono anche il presidente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, tanti cittadini e rappresentanti delle associazioni. Ad esempio, Benedetta Cerasani che ha parlato a nome dei "Girasoli", associazione delle donne malate oncologiche. Ma gli applausi più convinti li raccoglie una mamma che, con il figlio malato oncologico, è costretta a fare la spola con Roma: «L'aumento», dice, «è come una ghigliottina sulle nostre teste».