PESCARA Il finale di quel pomeriggio di caos e confusione lo racconta quattro mesi dopo, ai carabinieri forestali, Fernando Parete, il fratello del sopravvissuto Giampiero da cui la funzionaria della prefettura va la sera del 18 gennaio rientrando a casa. Conosce Fernando Parete, che fa il pasticcere, e di lui le aveva parlato proprio Marcella al telefono nel tentativo di convincerla della veridicità della sua segnalazione.Quella sera, come si legge nell'informativa agli atti dell'inchiesta, Fernando Parete è rientrato da poco da un viaggio all'estero e non sa ancora nulla di quanto avvenuto a Rigopiano.«Alle 20, la signora Daniela Acquaviva mi suona al citofono di casa e con voce molto concitata mi invita a scendere per parlare. Successivamente ha iniziato a pormi tante domande in merito a mio fratello Giampiero, su chi fosse, dove lavorasse, se conoscessi Quintino Marcella e se avesse lavorato presso il suo ristorante. Alla fine di tutte queste domande, infastidito, ho chiesto cosa volesse. La signora a quel punto mi chiese conferma se mio fratello si trovasse all'hotel Rigopiano e se la struttura fosse crollata. Di punto in bianco io le risposi: "Ora lo chiamiamo al telefono, se ci risponde la tua notizia è vera, se non ci risponde vuol dire che sono morti tutti". Ho inoltrato la chiamata in viva voce e, al secondo squillo, mio fratello Giampiero ha risposto al telefono. Gli ho chiesto soltanto di riferirmi cosa fosse accaduto. Dall'altro capo, in lacrime, la risposta di mio fratello è stata "qui è crollato tutto, sono morti tutti, c'è stata una valanga, ci sono solo io e un altro stiamo morendo congelati". Immediatamente ho risposto "Stiamo arrivando" e ho chiuso la telefonata. La signora Acquaviva è scoppiata in lacrime e alla mia domanda se fossero partiti i soccorso non ha dato risposta».