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Data: 15/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, arrivano 1.200 bus per garantire il servizio

Milleduecento nuovi autobus (più una quarantina di tram) da acquistare nei prossimi due anni, con il contributo di Campidoglio e Governo, per poter garantire un servizio di trasporto pubblico sufficiente alla Capitale. È questa l'ipotesi contenuta nella bozza di piano industriale dell'azienda di via Prenestina, che attende a giorni (il 26) il responso del tribunale sulla proposta di concordato preventivo per evitare il fallimento. «Venerdì in giunta abbiamo votato una delibera per acquistare da qui a tre anni 600 nuovi autobus», spiega Virginia Raggi. La municipalizzata può contare ufficialmente su una flotta di 2.085 autobus, ma mediamente quasi la metà è fuori uso, per obsolescenza o per guasti tecnici.
LA FLOTTA
Gli standard attuali del contratto di servizio rendono necessaria l'uscita dai deposito, ogni giorno di 1.350 mezzi: una cifra che spesso non si riesce a raggiungere, con conseguenti tagli di corse e sospensione temporanea di alcune linee urbane. L'anno scorso sono stati quasi 12 milioni i chilometri persi rispetto a quelli programmati: un milione e 160 mila corse saltate, in buona parte per guasto alle vetture. D'altronde l'ultimo robusto rinnovo di bus nella Capitale risale al 2011, ai tempi dell'amministrazione di Gianni Alemanno: quindi anche la fascia più recente di mezzi (a parte i piccoli rinforzi degli ultimi tempi) sta per superare i sette anni di età. E la fascia più datata è composta da bus che consumano (e inquinano) troppo, per i quali è sempre più difficile trovare i pezzi di ricambio necessari ai frequenti interventi di riparazione.
I RIMEDI
Nel nuovo piano industriale dell'Atac è previsto l'acquisto di 500 autobus con fondi propri. A cui se ne devono aggiungere, come detto, altri 700. Ma la situazione dei conti della società capitolina non promette bene: anche perché nei prossimi anni dovrà pagare i creditori (secondo il concordato), mettere in strada il servizio e mantenere i bilanci in equilibrio. Esigenze che mal si coniugherebbero con investimenti per circa 150 milioni necessari ad acquistare mezzi che, peraltro, non basterebbero ad assicurare la piena funzionalità della flotta di via Prenestina. A lanciare l'ennesima ciambella di salvataggio è stata la giunta capitolina che, la scorsa settimana, ha approvato una variazione di bilancio da 200 milioni proprio per acquistare nuovi mezzi da destinare al trasporto pubblico romano. Se tutto andrà liscio, entro il 2019 ci saranno quindi circa seicento nuovi bus disponibili per il Tpl della Città eterna.
I FONDI
Per gli altri, restano due strade possibili. La prima, diretta ma finanziariamente faticosa, è quella contenuta nel piano industriale: l'acquisto dei mezzi necessari con fondi propri dell'Atac. La seconda è contenuta nel piano trasporti - al momento, però, fermo - messo a punto nel Tavolo per Roma voluto dal ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Le proposte uscite dal tavolo riguardano infatti l'acquisto di 520 nuovi autobus - di cui 100 diesel E6, 60 a metano e 360 ibridi - per un totale di 200 milioni. Poi sono previste soluzioni di monitoraggio telematico dei veicoli e manutenzione predittiva.
I RITARDI
L'arrivo dei bus finanziati dal Governo, con l'aggiunta di fondi del ministero delle Infrastrutture, permetterebbe alla municipalizzata del trasporto pubblico romano di rimettere in sesto il servizio, utilizzando i fondi inizialmente destinati all'acquisto di nuovi mezzi per pagare i creditori e gestire senza patemi l'ordinaria amministrazione. Ma nel mese di dicembre sono state convocate due riunioni, per finalizzare il piano di intervento, cancellate però per mancata partecipazione del Comune. Il tavolo istituito al Mise, inoltre, non ha ancora ricevuto dal Campidoglio un piano strutturato di mobilità sostenibile. Circostanze, queste, che potrebbero mettere a rischio la chiusura del cerchio. E il rinnovo del parco mezzi dell'Atac.

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