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Data: 15/01/2018
Testata giornalistica: Il Fatto Quotidiano
Grillo: “Basta con le fake news. Io il Movimento non lo lascio”

È possibile smentire delle voci? Starei abbandonando il movimento, una pioggia di testate lo ripete in tutte le versioni possibili. Stanno articolando questa stupidaggine con una sola costante: sono io che abbandono loro, non loro che abbandonano me. Perché in mezzo a questo uragano di idiozie sparate a casaccio nessuno si sbaglia e dice il contrario? In realtà è un caos controllato: “Grillo lo ha fondato, ne è il garante in tutti i sensi, se è lui ad andarsene significa che il movimento sta tradendo se stesso”. Sono quasi commosso da questo riconoscimento così inatteso.

Ammettendo che una marea di idiozie possa avere una spiegazione, come può essere interpretata la (falsa) notizia che abbandono il movimento (magari meditavo di farlo ancora prima di fondarlo insieme a Gianroberto Casaleggio)?

Abbiamo commesso un peccato originale, qualcosa di davvero impensabile, abbiamo nominato un candidato premier; proprio mentre i partiti giocano con i loro residuati bellici, noi abbiamo designato una persona reale, Luigi Di Maio. Questo deve averli spaventati sul serio, destabilizzando gli “equilibri” di un vergognoso caos organizzato che chiamano “campagna elettorale”.

Insomma, l’unico modo che ha trovato la vecchia politica per sopravvivere è il caos: disseminare di incandidabili i media, trasformando la campagna elettorale in una nebbia di dicerie con l’obiettivo di confondere la gente, distrarla perché non veda la loro inconsistenza. Così mettono insieme l’ex badante della nipote di Mubarak (incandidabile! Meno della nipote) con la “Lega non più Nord”. E Renzi? Aveva giurato di non fare più politica se avesse perso il “referendum sulla Costituzione”. Nel frattempo compare un altro “soggetto politico” autoproclamatosi “Liberi ed Eguali”. Insomma… non è una campagna elettorale, sono tutti fantasmi di se stessi, è uno psicodramma di controfigure destinato a distruggere la sovranità del nostro Paese. Sarà l’Europa a dire chi governerà l’Italia se non usciamo da questo bioparco monospecie.

I giornalisti sono impegnati a dare un corpo a questa accozzaglia di fantasmi, un partito unico che scommette sull’esasperazione e il disinteresse degli italiani. Ma c’è un problema: il Movimento ha già da tempo designato un candidato con una caratteristica che rappresenta un vero e proprio incubo per questi disperati: è candidabile, un vero e proprio colpo di scena, uno tsunami.

Le persone senza morale tendono a pensare che non la abbiano neppure gli altri, come se la morale non potesse esistere per nessuno: per questa ragione sembra così facile inventarsi e sostenere che anche il movimento si stia dividendo. Lo fanno sostenendo che io lo voglio abbandonare-lasciare.

Per me lasciare il Movimento sarebbe come per un jazzista darsi al liscio. Praticamente mi stanno dando dello scemo: si vota fra meno di due mesi e, dopo oltre 10 anni, mi è girato il boccino così? Per fortuna non c’è un aggettivo per descrivere uno che si inventa una stronzata del genere, perché lo userei senza dubbio: mi hanno davvero lasciato a bocca aperta.

Questa non è semplicemente la smentita a una grandinata di fake news: questa è l’occasione per mostrarvi come è fatto e come si comporta il sistema “politico”-mediatico. Uno stormo di disperati che tentano di far apparire noi come loro. Si tratta di un compito davvero arduo perché non esiste alcun “loro”, ma soltanto la finanza internazionale che si protegge con il caos.

Ore fa qualcuno all’Espresso ha avuto un colpo di genio: “Inventiamo una divisione nel Movimento, tentiamo in tutti i modi di assorbire anche loro in questo caos, forse ho una foto in cui Casaleggio sembra guardare storto Grillo!”.

Ma è anche un po’ triste assistere sempre alla stessa formula. Anche se sta per realizzarsi un sogno, io mi vergogno per loro. É difficile riassumere il niente, tranne che per il fatto che non ha mai riempito alcun vuoto.

Che si può dire di gente che proietta le sue false divisioni sugli altri? Che fa promesse dell’ultimo minuto agitando i suoi stessi spettri? Che non ha neppure trovato delle controfigure, le cosiddette “facce nuove”? Hanno davvero una sconfinata fiducia nel lifting: per annientare questo museo delle cere basterebbe il calore di un po’ di civiltà.

Sono certo del fatto che molti italiani sapranno guardare questa rimpatriata ossessiva e perseverante con il giusto distacco, insieme a una buona memoria di se stessi per ricordare quel che è accaduto negli ultimi decenni.

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