L'AQUILA Il blue Monday, ovvero il giorno più triste dell'anno, sarà in realtà ricordato come uno dei più felici e importanti nella storia, lunga ormai già trent'anni, dei laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso. La benedizione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una fase di grande pressione per i presunti rischi ambientali che la struttura comporterebbe, rappresenta un viatico importante verso i prossimi obiettivi. Temi, quelli più spinosi, a cui il capo dello Stato, ieri in visita prima al tunnel sotterraneo e poi alla sala Fermi (quinta totale in Abruzzo, quarta all'Aquila), non ha fatto accenno, limitandosi a esaltare la grande valenza del centro di ricerca: «Da tempo desideravo venire perché questo è un punto di eccellenza tra i più alti del Paese. Un motivo di prestigio e orgoglio». «L'istituto e i laboratori ha aggiunto Mattarella nel breve discorso, cinque minuti, non previsto - costituiscono un'occasione, svolgono un ruolo di selezione importante nella ricerca di alta qualità. Formano tanti giovani, questa è una ricchezza per il nostro Paese». Il capo dello Stato ha evidenziato il carattere internazionale dei laboratori e l'importanza «dei passi in avanti che si fanno, un orgoglio per tutta l'umanità». In perfetto orario, Mattarella è arrivato in auto nel tunnel sotterraneo. Con il caschetto blu in testa e la figlia Laura accanto, ha seguito con estrema attenzione la visita alle strumentazioni e agli esperimenti (Borexino, Gerda, Cuore e Xenon1t), accompagnato dal presidente Infn Fernando Ferroni, dal direttore dei laboratori Stefano Ragazzi, da Antonino Zichichi, padre della struttura, dalle autorità, dalla responsabile della comunicazione Roberta Antolini. Assente, rispetto a quanto annunciato alla vigilia, il professor Carlo Rubbia. A Mattarella e figlia Ferroni ha donato anche degli oggetti ricordo: un giaccone dell'Infn, la cravatta d'ordinanza, un foulard, un pezzo della fase precedente dell'esperimento Mi-Beta, un paio di brochure informative. Il presidente ha ricambiato vergando il libro degli ospiti prima di recarsi in una sala Fermi gremita e blindata, dove c'erano anche amministratori (Lolli), parlamentari (Pezzopane, Melilla), la top scientist Marica Branchesi, il presidente dell'Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston.
Nonostante il momento, a tre giorni dal primo anniversario, il luogo, alle pendici del Gran Sasso, e gli inviti della vigilia rivolti dai familiari delle vittime, Mattarella non ha fatto riferimenti alla tragedia di Rigopiano, ne tantomeno ha deviato dal percorso previsto. Dopo l'intervento alla sala Fermi è andato via velocemente. Il presidente aveva comunque parlato delle tragiche conseguenze delle valanga nel tradizionale discorso di fine anno e non è escluso che possa tornare a farlo nell'immediatezza della ricorrenza del prossimo 18 gennaio.
Tornando ai laboratori, Ferroni ne ha descritto compiutamente l'attività, la federazione con Università, enti e altre sedi, le collaborazioni internazionali, la crescita dei fondi reperiti in autonomia e la recente stabilità di quelli di provenienza statale.