Che pacchia dopo il 4 Marzo
1) passerò la mattina guardando la Tv (senza pagare il canone, me l’ha promesso Renzi).
2) Prenderò la mia auto (senza pagare il bollo, me l’ha giurato Silvio)
3) Andrò all’Università per seguire qualche lezione (senza pagare le tasse, (me l’ha detto Piero Grasso).

Per sfangarla:
1) Avrò un reddito minimo garantito da 780 euro al mese, (me lo ha assicurato Luigi Di Maio). Se poi hai una moglie e un bambino in casa, addirittura 1.250, (me lo ha confermato Berlusconi).
2) Se mi viene voglia di lavorare, tanto per far passare il tempo, mi farò assumere da qualcuno (perché il lavoro non mancherà, me lo hanno assicurato tutti), sappiate che se proprio va male sarò pagato 10 euro l’ora (parola di Renzi).
3) Non verrò certo licenziato (tanto il Jobs act, promessa quasi generale, verrà abolito) e i soldi che guadagnerò, tutti ma proprio tutti, saranno tassati al 15% (me lo ha giurato Salvini).
4) Inoltre lascerò il lavoro a circa 60 anni, mica più a 67 (come mi ha assicurato Berlusconi). E lo farò con una pensione minima di mille euro (sempre il Berlusca, in gran forma).
5) Alla fine di una vita tranquilla, bellissima vita, non so ancora se il mio funerale sarà pagato dallo Stato. Questo suona come una proposta non ancora evasa da nessuno, ma c’è tempo fino al 4 marzo. Il punto è, ma questo non conta affatto, gli economisti dicono che il mio stile di vita, e quello di tutti gli italiani, costerà 200 miliardi l’anno in più allo Stato. Cioè circa 50 mila euro l’anno per ogni singolo contribuente italiano, bebè compresi. Cioè più dei soldi che guadagnerò col reddito minimo e quelli che risparmierò non pagando praticamente niente. Ma quelli sono i tecnici, pignoli, saputelli e pure un po’ invidiosi. In realtà andrà tutto come deve andare e vedrete che sarà una pacchia. Me l’hanno promesso tutti.

Carlo Sigismondi