ROMA È un sentimento di nicchia e minoritario, ma esiste. I sondaggi lo danno tra il 5 e il 10 per cento. E' il segmento elettorale dei free e no vax radicalizzati, ovvero le persone contrarie ai vaccini o alla loro obbligatorietà. I dubbiosi, quelli poi sarebbero ancora di più. Sono persone generalmente istruite che però non si fidano della scienza e delle istituzioni e perciò sono molto sensibili a chi dimostra di avere un pensiero laterale, anti sistema che, dicono i sondaggisti, in questo momento storico è rappresentato da M5S e Lega. Questo atteggiamento ha sfondato nel Veneto leghista infatti dove la raccomandazione del vaccino è privilegiata rispetto all'obbligatorietà.
POSIZIONE
Negli Stati Uniti, ad Harvard, Luigi Di Maio sui vaccini disse che il M5S voleva solo «maggiore informazione» e consigliava «di seguire le indicazioni del medico». Ora però siamo in campagna elettorale e su questo tema le indicazioni le danno i partiti. E ieri il candidato premier Di Maio ha ribadito la posizione del M5S che in sostanza promuove lo status quo che c'era prima dell'approvazione del decreto Lorenzin che estende l'obbligo vaccinale fino a dieci patologie (prima erano quattro). E quindi se diventerà premier Di Maio promette di togliere i nuovi obblighi introdotti perché «il M5S punta sul metodo della raccomandazione, che non significa spingere i genitori a vaccinare meno i bambini, al contrario significa indurli a farli vaccinare ma in maniera consapevole, attraverso una seria e capillare informazione».
Nel disegno di legge presentato dai Cinque Stelle si riconosce in modo indiretto l'emergenza italiana delle coperture e quindi «si prevedono anche clausole di salvaguardia che introducono l'obbligo in caso di emergenze epidemiche o se si va sotto le soglie che garantiscono l'immunità di gregge» che è proprio la direzione in cui è andato il Ministero della Salute.
INTERDETTO
Rimane un po' interdetto anche Guido Silvestri, il virologo di riferimento del M5S che da medico, non approva slogan troppo facili. Ieri, rassegnato, condivideva un articolo sui social in cui si prega di lasciare i vaccini fuori dalle semplificazioni della campagna elettorale. Silvestri risponde così a chi dice se andiamo al governo cancelleremo immediatamente il DL Lorenzin: «Ma neanche per sogno. Questa è una frase senza alcun senso che sa soltanto di strizzata d'occhio ai no-vax allo scopo di raccattare quattro voti. Il DL Lorenzin è legge della Repubblica e non si elimina così come se si togliesse un sassolino dalla scarpa. Semmai si prepara una nuova legge, basata sul principio di raccomandazione, che non vuol dire libera scelta». Il ministro Loenzin invece su Twitter scrive: «Di Maio come Salvini: sui vaccini, come su tutto il resto, il populismo parla la stessa lingua. Gli italiani sapranno valutare la serietà dei programmi e delle persone».
Oggi intanto prendono il via le parlamentarie del M5S. Parlamentarie al buio, le chiamano così quelli che informati solo ieri che oggi e domani si vota sulla piattaforma online Rousseau, protestano perché non sanno chi è stato ammesso e per quale motivo. «Si conoscono solo i candidandi che lo dicono sui social. Senza le liste dei candidandi prima del voto, come chiedevo io come obbligatorio già la prima volta (2012), chissà quanti soggetti sconosciuti all'attivismo e conosciuti a chissà quali consorterie (nemmeno i nomi degli iscritti votanti sono noti) ci sono», scrive una storica attivista genovese. Nei social infatti la base lamenta che verranno ammessi solo fedelissimi e new entry, i famosi esterni e civici porta-voti. Luigi Di Maio sa già e ha confermato ieri che sarà candidato sia nell'uninominale sia nel proporzionale. Si potranno votare tre candidati deputati e tre candidati senatori per ogni circoscrizione plurinominale, con l'indicazione dei candidati scelti da Di Maio per i collegi uninominali. Le votazioni saranno una sfida enorme per il garante tecnico del M5S: Davide Casaleggio. Stavolta infatti votano solo gli iscritti che hanno accettato definitivamente la mutazione del M5S e sono migrati nella nuova associazione costituita a Roma. Le consultazioni online saranno prorogate fino a metà giornata di giovedì nel caso in cui si creasse, «per l'effetto di coda virtuale ai seggi nelle ultime ore che potrebbe causare difficoltà ad accedere al sito». Solo nel grande collegio metropolitano di Roma, che comprende anche la provincia, sono circa 1.500 gli aspiranti parlamentari.