L’AQUILA - Il vice sindaco dell’Aquila, Guido Liris, in odore di candidatura alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, sarebbe pronto a un passo indietro per lanciare la candidatura alla Camera dell’ex consigliere regionale Luca Ricciuti sotto le insegne di Forza Italia.
Questo il clamoroso rumor politico che apre, nel capoluogo come nel resto della regione, la settimana decisiva per vagliare le candidature, quando già si avvicinano le prime scadenze di legge: venerdì prossimo, per esempio, comincerà in ambito nazionale il deposito dei simboli e si chiariranno le prime idee.
Ideale antipasto della chiusura delle liste, che avverrà a ridosso di questi giorni, con la data del 31 segnata con il circoletto rosso, ossia quella della consegna dei nominativi, che si avvicina sempre di più.
A tenere una regione intera con il fiato sospeso è, come già ampiamente sviscerato, il governatore, Luciano D’Alfonso, accreditato di possibile posto di capolista al Senato, che, tra le altre cose, in caso di elezione, innescherebbe un pandemonio con le dimissioni e la fine anticipata della legislatura regionale.
Oggi è prevista una direzione nazionale del Partito democratico che, da quanto appreso, potrebbe già essere decisiva in un senso o nell’altro. “Me l’hanno chiesto, devo capire quale sarebbe l’utilità per l’Abruzzo” il messaggio cifrato fatto recapitare da D’Alfonso ai vertici dem.
Sempre tra i democratici, oggi sembra più in bilico la ricandidatura del giovane deputato uscente Antonio Castricone, gradito al vice presidente del Csm Giovanni Legnini, e appoggiato dall’assessore regionale Donato Di Matteo: sarebbe proprio quest’ultimo il “peccato originale”, vista la sua fase di rottura totale con i maggiorenti Pd, da D’Alfonso al segretario regionale Marco Rapino, che ha duramente criticato in una recente riunione.
Nel borsino, questa discesa di Castricone in automatico riporta in auge la chance di ricandidatura di Gianluca Fusilli, a dispetto delle sue statistiche di produttività tra i parlamentari, come noto, non esattamente esaltanti.
E intanto rispunta un nome navigato della politica, quello di Mimmo Srour: dopo essere stato assessore regionale con il centrosinistra e assessore provinciale con il centrodestra, potrebbe ricambiare campo trovando ospitalità tra i seguaci dell’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, che, con Area civica, sono confluiti nella lista Insieme con il Partito socialista e i Verdi.
Da domani sarà una giornata importante anche per il Movimento 5 stelle: cominceranno, infatti, le votazioni online per le 'parlamentarie' riservate agli iscritti al blog di Beppe Grillo.
IL CASO LIRIS
Il caso di giornata, comunque, è quello di Liris, campione di preferenze alle scorse elezioni amministrative e comunque già presente, anche come vice presidente regionale del partito, nella prima rosa “larga” consegnata ai vertici forzisti dal coordinatore regionale, Nazario Pagano.
Ebbene, da quanto appreso, la rinuncia potrebbe essere un’opzione valida e sarebbe la seconda nel giro di pochi mesi, dopo quella di giugno a correre da primo cittadino, come gli chiedevano i consiglieri comunali uscenti e il partito, in favore dell’unità del centrodestra e dell’appoggio al progetto politico del suo amico fraterno Pierluigi Biondi, che alla fine ha vinto a sorpresa il ballottaggio e ora indossa la fascia tricolore.
Il passo indietro del vice sindaco, 38 anni, non arriverebbe a cuor leggero, ma verrebbe compiuto una volta verificata l’impossibilità di potersi posizionare in posti di sicura elezione per il Parlamento. Candidato solo con ragionevoli probabilità di vittoria, è il ragionamento di Liris, che ha già preparato un piano B.
Ovvero, sostenere l’amico Ricciuti, fermo dal 2014, quando ha mancato per una manciata di voti la rielezione a palazzo dell’Emiciclo, e tornato a svolgere il suo lavoro di funzionario di banca, saltando anche il “giro” delle scorse amministrative, vissute nemmeno da candidato consigliere, ma da semplice sostenitore della “base”.
I destini di Ricciuti si incrociano con quelli di colui che il seggio consiliare di fatto glielo ha tolto, arrivandogli davanti per meno di 90 voti: Emilio Iampieri, consigliere forzista che, a sua volta, potrebbe essere candidato. Situazione strana, un ipotetico duello tra i due per Montecitorio, visto che, in fondo, Ricciuti dovrebbe in realtà “tifare” per l’approdo a Roma di Iampieri, che libererebbe proprio il suo posto in Regione, ma non è da escludere anche un tentativo di rivincita.
Qualora davvero messa in atto, questa mossa comporterebbe discreti vantaggi per Liris: gli eviterebbe la sovraesposizione da campagna elettorale e l’impatto d’immagine negativo di una eventuale non elezione se posizionato in un posto incerto; scanserebbe il rischio di fare la figura del “carrierista”, pronto a smollare il rango di vice sindaco dopo appena 6 mesi; così potrebbe puntare al rafforzamento del consenso con la sua azione amministrativa ancora per un po’, per correre alle future Regionali, di fine anno o del 2019, con i galloni del favorito, nella speranza che il centrodestra strappi palazzo Silone al centrosinistra e di conquistare, così, un posto in Giunta.
La situazione, comunque, è fluida, visto che Liris non ha del tutto abbandonato l’idea di correre per Roma e anche la situazione di Ricciuti va valutata: non è detto che accetti di fare da ruota di scorta.
Certo è che suo padre, Romeo, ex sindaco, governatore e sottosegretario, viene segnalato come molto attivo negli ambienti politici capitolini in questo periodo e anche oggi ai Laboratori del Gran Sasso, per l’arrivo del capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha fatto capolino.