Colpa della piattaforma Rousseau che è andata in tilt. Mannaggia, proprio alla vigilia della tre giorni pescarese. Poi un disguido, poi un errore, e poi molto ma molto più sicuramente il filtro magico di Luigi Di Maio: si sono aperte tra le polemiche le Parlamentarie dei Cinquestelle che anche in Abruzzo hanno fatto registrare tantissime esclusioni illustri. Attivisti che si erano regolarmente registrati per candidarsi, che avevano ricevuto la famosa e attesa mail di conferma e che poi, ieri mattina, non hanno trovato il proprio nome in lista.
Rabbia, delusione, parole trattenute a stento, ironia, insulti. Dittatura, strillavano gli oppositori sui social. Sta di fatto che l’epurazione, così come è stata chiamata in tutta Italia, e che avrebbe riguardato i nomi scomodi non allineati o semplicemente non graditi ai ras locali, si è detto in prima battuta che aveva fatto vittime soltanto tra i dissidenti, cioè tra gli esponenti di altri partiti che si erano iscritti per vedere l’effetto che fa. Gli infiltrati, insomma. Ma alla fine è risultato escluso anche il vignettista Mario Improta o l’ex assessore al Bilancio di Roma Andrea Mazzillo.
In serata, è emersa l’amara verità. Racconta il Fatto quotidiano che tutti quelli che hanno dato la loro disponibilità a partecipare alle primarie, sono stati poi sottoposti al giudizio insindacabile di Luigi Di Maio e di Beppe Grillo. Di fatto aiutati, nella formulazione del giudizio, dai referenti regionali, che in Abruzzo sono Sara Marcozzi, responsabile della campagna elettorale o Enrica Sabatini, referente della piattaforma Rousseau e legatissima a Casaleggio.
Le urne virtuali saranno aperte anche oggi ma a quanto pare gli esclusi tali rimarranno. Dei 15 mila aspiranti candidati alle Parlamentarie, secondo il Movimento, il “filtro qualità” creato col nuovo statuto ha consentito di eliminare un buon 15 per cento. Si sono riproposti tutti i parlamentari uscenti, ad eccezione di Enza Blundo, e quindi Gianluca Vacca, Andrea Colletti, Gianluca Castaldi e Daniele Del Grosso.
Mentre due nomi di peso sono stati depennati in Abruzzo, quelli di Rosaria Odorisio, di Chieti, e di Giorgio Fioravanti, aquilano, attivista di “Savegransasso” e portavoce del meet up “Amici di Beppe Grillo” in rotta di collisione con gli altri meet up che fanno capo alla Blundo.
“Non vi escludo che mi ha fatto abbastanza sorridere non trovare il mio nome tra le candidature alle Parlamentarie del M5S – ha scritto Fioravanti su Facebook – ma le grasse risate le ho fatte invece leggendo i nomi presenti da votare! Diciamo tutti quelli schierati da una parte sono presentissimi sia alla Camera, sia al Senato. Io e altri invece stranamente depennati”.
Fuori anche Fabrizio Righetti e l’avvocato Fausto Corti. Fuori Rosaria Odorisio, anche lei non troppo allineata al gruppo dirigente che fa capo alla Marcozzi, e che ieri su Facebook, ha dato la notizia così:
“Questa è la foto che avrei inviato al Movimento 5 stelle se avessi avuto la possibilità di candidarmi. Purtroppo, stamani, gli iscritti che avevano intenzione di votare per me, sul Blog, mi hanno comunicato di non aver trovato il mio nome. Ringrazio tutti ma bisogna rispettare le decisioni dello staff. Buon Movimento a chi rimane in competizione”.
Parole eleganti, le sue. Ma sotto al suo post sono state tante le richieste si spiegazioni, gente e amici che sollecitavano un perché. Che non è arrivato da nessuno.
ps: Sul profilo dei Cinquestelle Abruzzo, neppure una parola. Lo stesso sui profili dei consiglieri regionali, niente di niente. E a chi chiede spiegazioni, neppure una risposta. Tutto deve restare segreto. E le decisioni non si discutono. Funziona così.