«La Nuova Pescara ha molti buoni motivi per nascere, primo fra tutti l'esigenza di migliorare i servizi a costi più contenuti e consentire un'espansione del territorio urbano pescarese oggi ristretto in confini troppo limitati, ma parliamo di una trasformazione profonda che ha bisogno di tempo, ecco perché a mio avviso la data del primo gennaio 2019 andrebbe posticipata fino al termine della consiliatura di Spoltore, ultimo Comune andato al voto, il cui mandato finisce nel 2022». Così Giuseppe Bruno, consigliere comunale del centrosinistra a Pescara, anticipa il confronto della prossima settimana dedicato alla legge regionale sul processo di fusione di Pescara, Spoltore e Montesilvano. Il pronunciamento è obbligatorio ma non vincolante. Il giorno della seduta non è ancora stato fissato ma sarà entro il 25 gennaio, giorno che coincide con il termine della proroga concessa dal governatore D'Alfonso. «Rispetteremo i tempi» assicura il sindaco Alessandrini. La commissione Statuto, presieduta dal consigliere Pierpaolo Zuccarini, ha tenuto ieri una prima riunione e un'altra è in agenda per domani, propedeutica per la discussione della legge in aula. Di mezzo c'è però l'ostacolo della delibera per l'istituzione del mercato etnico ora in discussione in aula: revocata la seduta di venerdì, per la coincidente kermesse nazionale del M5s all'Aurum, se ne riparlerà all'inizio della prossima settimana e vedremo con quale esito. Nell'atto di procedura per la fusione è richiesto il maggior coinvolgimento dei consigli comunali dei tre Comuni interessati, con la possibilità di avanzare proposte al Comitato di fusione; promuovere in favore dei Municipi che potranno costituirsi all'interno del Comune di Nuova Pescara la più ampia autonomia finanziaria e organizzativa possibile al fine di garantire, almeno nella fase iniziale, l'identità dei territori; prevedere l'istituzione di un tavolo tecnico in Prefettura; dare mandato alla Regione di promuovere presso il Governo nazionale una nuova previsione legislativa che preveda la possibilità, alla decorrenza dell'istituzione del Comune nato per fusione, di non far decadere gli organi dei Comuni coinvolti consentendo un affiancamento del commissario. Ma proprio l'istituzione di municipi è visto come un doppione che di fatto non cancella i costi della politica: «Formare municipi può avere senso per una metropoli come Roma ma non lo avrebbe per una Nuova Pescara, anzi comporterebbero un appesantimento burocratico» sostiene Luciano Di Lorito, sindaco di Spoltore (Comune che il 25 riunirà il consiglio comunale sul tema) da sempre scettico sulla Nuova Pescara: «La Regione vuole approvare la legge a febbraio, nel pieno della campagna elettorale delle politiche, ma con D'Alfonso candidato al Senato gli uffici si bloccheranno, poi si rivoterà. La vedo lunga, se non impossibile, considerato che nei tre Comuni non siamo stati capaci di esprimerci in 40 giorni».