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Data: 18/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Impasse Lazio, FI: ci danneggia pure nei collegi Vertice Berlusconi-Meloni-Salvini per chiudere

ROMA Un vertice dei leader del centrodestra entro il fine settimana per mettere la parola fine alla trattativa sul caso Lazio e sul programma di governo per le politiche. E' la soluzione che si profila alla fine dell'ennesima giornata caratterizzata da fumata nera sulla scelta del candidato governatore. Se Pirozzi non farà un passo indietro FI, Lega e FdI faranno campagna elettorale sul voto utile. «Ogni voto dato al sindaco di Amatrice farà vincere Zingaretti», la linea che emerge sempre con maggiore forza nel centrodestra, soprattutto da Berlusconi e Meloni. «E' lui che è uscito dalla coalizione, non c'è reciprocità, non è possibile dialogare», fanno sapere i big della coalizione.
Il rischio che per il Lazio si vada incontro al bis di quanto successo a Roma è sempre più alto. Il promotore dello Scarpone non fa retromarcia neanche dopo gli appelli del Cavaliere. Ieri ha organizzato una kermesse nella Capitale: «Ho sempre lo stesso numero da anni, se mi chiamano per parlare di programmi ci vado». Pirozzi - che ha la detto di pensare «a ore retribuite dalla Regione alle donne che lavorano per poter tornare a occuparsi della famiglia - non molla. E Francesco Storace, ben mimetizzato nelle ultime file, ha chiosato: «Con due candidati il nostro popolo farà vincere la Lombardi». Nessuno dei leader difende più Pirozzi (anche se dall'entourage del sindaco assicurano: «Salvini ci dice di tenere duro»). Neanche Berlusconi che ha commissionato un sondaggio per capire la portata della sua candidatura. «Non è sottolineano nel centrodestra un valore aggiunto. Può solo calare. Viaggia tra il 4 e il 5% come dato di lista».
La partita è ancora aperta ma il partito azzurro spinge affinché si arrivi ad una accelerazione. Gasparri è sempre in attesa. E non nasconde, parlando con i colleghi di partito, anche un certo fastidio per la trattativa estenuante. «Io spiega ribadendo di non essersi autocandidato continuo nel mio impegno politico parlamentare. La coalizione decida». L'ex presidente del Consiglio da tempo ha confermato di considerarlo come una opzione validissima. Ma permane ancora qualche dubbio, «anche perché sottolinea un altro esponente azzurro non è certo un bel biglietto da visita presentarsi alle urne con l'ombrello del paracadute al Senato. Sarebbe un ottimo argomento di campagna elettorale per i suoi avversari». Poco probabile arrivare ad una carta a sorpresa.
LA PARTITA
In gioco infatti non c'è solo la Regione: trattandosi di un election day, FI pensa alla partita per trainare i voti per le politiche. «A Roma siamo al 12,5% nei sondaggi. Questa attesa ci fa male anche a livello nazionale», il timore dei parlamentari. Al momento l'alternativa a Gasparri si chiama Rampelli. Fedelissimo di Giorgia Meloni, potrebbe essere lui a correre qualora Berlusconi lasciasse campo libero. «Sarebbe un ottimo candidato», dice Lollobrigida di FdI. La fumata bianca quindi non c'è ancora. Anzi i veti incrociati la presidente di Fratelli d'Italia ha imposto lo stop a Pirozzi tra l'altro perché sostenuto da Storace e Alemanno sono un freno al semaforo verde.
L'altra grana nel centrodestra riguarda le candidature: lo schema secondo il quale a FI andrebbero 155 collegi, 129 alla Lega e 51 a FdI, ai promotori della quarta gamba non va proprio giù. Ai centristi ne toccherebbero 13: Cesa e Fitto si sono precipitati a palazzo Grazioli. Minacciano di andare da soli. E di presentare propri uomini alle Regionali: Lupi in Lombardia, Iorio in Molise, Tondo in Friuli e Ciocchetti nel Lazio. L'ex premier ha promesso che interverrà per porre rimedio. Ma Noi con l'Italia contesta anche il metodo scelto: «Non è possibile fare tavoli separati, FdI e Lega dovrebbero capire che così facendo penalizzano proprio loro». E reclamano affinché «ogni proposta politica abbia pari dignità, sia per i contenuti programmatici sia per i criteri di rappresentanza». Ieri altro tavolo tra FI, Lega e FdI per cominciare a ragionare sulla ripartizione dei seggi nelle regioni. Ma la Lega alza il prezzo al nord e FI non ci sta. Nel week-end è atteso un altro vertice come quello della Befana: il tempo stringe.

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