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Data: 18/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Abruzzo-Amatrice, superstrada ferma. I sindaci si uniscono e scrivono al presidente dell'Anas per sbloccare i lavori da 41 milioni. Sono fondamentali per i soccorsi

L'AQUILA. Sette chilometri possono salvare migliaia di vite. Eppure i lavori della strada statale 260, che collega l'Abruzzo ad Amatrice, sono fermi per colpa della burocrazia. Sei sindaci dell'Aquilano hanno scritto una lettera al presidente dell'Anas, Vittorio Armani, e al governatore dell'Abruzzo, Luciano D'Alfonso. I primi cittadini Massimiliano Giorgi, Maurizio Pelosi, Luigi Cannavicci, Gianni Anastasio, Iside Di Martino e Leonardo Gattuso, implorano di sbloccare l'iter e di aprire il cantiere perché il terremoto non aspetta i tempi lunghi della burocrazia.Come e perché l'appalto si è fermato? Il Centro cerca di spiegarlo attraverso le carte di una gara da 61 milioni di euro che parte da lontano. Sono passati oltre quattro anni dal bando di gara dell'opera, e quasi due dall'assegnazione della stessa, all'impresa abruzzese Toto spa, ma tra gli uffici di Anas e la Regione Abruzzo tutto sembra essersi fermato. A cinque mesi dalla presentazione dei progetti non si vede ancora la fine della procedura.A CHE SERVE L'OPERA? La Statale 260 Picente attraversa i paesi del cratere sismico. Va dai territori dell'Aquila fino ad Amatrice passando per Montereale. La sistemazione di questa strada è un'emergenza. Il terremoto ha infatti dimostrato che è la sola via di collegamento e, sicuramente, la più immediata in caso di nuove scosse. Ma la 260 Picente, proprio con il sisma di Amatrice, ha messo a nudo tutta la sua vulnerabilità tanto da pregiudicare l'arrivo delle colonne dei soccorsi.I lavori che la interesseranno hanno proprio l'obiettivo di renderla sicura e attiva in caso di nuove catastrofi. In particolare nel tratto che va dallo svincolo di Marana a quello di Cavallari, il cosiddetto "quarto lotto". CARTE FERME. Nonostante l'urgenza, che i cittadini e i sindaci dell'area attribuiscono a questi lavori di adeguamento, la burocrazia fa perdere tempo, troppo tempo, e fa anche danni.I lavori ancora al palo e il racconto, quasi quotidiano, di una vita scandita da scosse, ne sono la drammatica prova. Anche se questo non è servito finora a smuovere le carte, imprimendo un'accelerazione all'iter per l'avvio del cantiere. E se in passato ha contribuito un lungo contenzioso, davanti ai giudici amministrativi, partito all'esito della gara, a dare incertezza all'avvio del cantiere, ora che anche il Consiglio di Stato ha spazzato via ogni dubbio, non ci dovrebbero essere più ostacoli. Eppure non è così, visto che a quasi un anno dalla sottoscrizione del contratto fra l'Anas e la società Toto spa, che nell'agosto scorso ha anche predisposto il progetto esecutivo, la procedura si è di nuovo inabissata nei meandri degli uffici regionali chiamati ad esprimere pareri. Entriamo così nel merito dell'appalto di questa grande opera che parte da lontano. Troppo lontanoL'ITER E IL TAPPO. Sono già passati quattro anni. Il bando di gara viene infatti pubblicato a maggio del 2014. Il mese di luglio dello stesso anno segna il termine per la presentazione delle domande di partecipazione. Quel termine viene però prorogato fino a ottobre del 2014. L'appalto è aggiudicato all'impresa abruzzese Toto spa con disposizione del presidente dell'Anas datata giugno 2016, per un importo netto di ribasso di 41 milioni e 942mila euro.Ma dopo il completamento della procedura di gara comincia un lungo contenzioso davanti alla giustizia amministrativa, prima del Tar e poi del Consiglio di Stato, perché l'impresa Astaldi spa, un altro colosso delle costruzioni, che aveva presentato la migliore offerta, ritenuta anomala da Anas e quindi esclusa, impugna la decisione. Anche questo lungo contenzioso però si è concluso con una sentenza del Consiglio di Stato, depositata il 21 novembre scorso, che ha confermato l'esclusione della Astaldi e quindi l'aggiudicazione in favore della Toto spa. Ma per ora neppure questo basta per far saltare il tappo della burocrazia.IL PROGETTO C'È. Prima ancora che i giudici amministrativi chiudessero la partita dei ricorsi e controricorsi, l'Anas e l'impresa Toto avevano già sottoscritto il contratto d'appalto. La firma infatti è del 5 aprile 2017. E' un appalto integrato: l'appaltatore cioè deve redigere il progetto esecutivo dei lavori che possono cominciare solo dopo che Anas lo avrà approvato.Facciamo però un passo indietro. Il contratto prevede per il completamento dell'opera un termine di 1.215 giorni di cui 120 per la progettazione esecutiva e il resto per l'esecuzione dei lavori. Il 20 aprile del 2017, dunque, Anas dispone l'avvio della progettazione. Il 17 agosto successivo Toto spa consegna il progetto esecutivo, quindi lo fa entro il termine previsto. Da allora si sono susseguiti alcuni incontri e confronti per spiegazioni e illustrazioni. Ma a distanza di cinque mesi dalla consegna del progetto esecutivo, l'Anas non ha ancora dato il via libera definitivo. E i lavori per la superstrada della salvezza restano fermi.

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