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Pescara, 24/07/2024
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Data: 18/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Parlamentarie con rischio ricorsi. Ma i Cinquestelle vanno avanti. Proteste anche contro i rallentamenti della piattaforma. Stasera un primo elenco di vincitori. Di Maio: «Stiamo facendo una cosa senza uguali». Caso Abruzzo per la deroga alle quote rosa

ROMA Proteste sul blog, esclusi pronti ai ricorsi, cellulari dei parlamentari uscenti «invasi» dall'ira degli esclusi: le parlamentarie del M5s si trasformano in due giorni di caos alimentato anche dai rallentamenti sulla piattaforma Rousseau. A sentire i vertici del Movimento, tuttavia, si tratta di un «caos controllato»: la scrematura sulle oltre 15 mila candidature arrivate è stata «grossa» e la rabbia degli esclusi, si sottolinea, era stata messa ampiamente in conto. «Con le parlamentarie stiamo facendo una cosa senza uguali: per gli italiani noi non faremo liste bloccate ma liste partecipate», è la difesa del candidato premier M5S Luigi Di Maio. E, nell'ottica dei vertici, a nulla serviranno i ricorsi, proprio come è accaduto per le Regionarie in Sicilia, «congelate» dal Tribunale di Palermo ma non da Beppe Grillo, che venerdì dovrebbe consegnare con Di Maio il simbolo al Viminale. Nel caso delle parlamentarie, visti i rallentamenti del sistema, le votazioni saranno quasi certamente prorogate dalle 10 alle 14 di oggi: poi, in serata, i vertici puntano a diffondere una prima lista, provvisoria, di vincitori. Un'ultima verifica, incentrata sui certificati giudiziari verrà fatta nei prossimi giorni prima di ufficializzare l'elenco. I nodi, certo, non mancano. A partire da quello delle quote rosa legate al Rosatellum. In Abruzzo - ma secondo alcune fonti parlamentari anche in qualche altra Regione - è stata applicata una deroga al regolamento: le donne over 40, anche se non sono deputate uscenti, possono presentarsi alla Camera (e non solo al Senato) vista la penuria di candidate. E poi c'è la rabbia degli esclusi. Tanti e, in qualche caso, eccellenti. C'è l'ex assessore al Bilancio di Roma Andrea Mazzillo, descritto come infuriato per l'esclusione. C'è Francesco Cariello, deputato lontano dall'ala «dimaiana» tagliato fuori per una condanna: «È questo il motivo? Macché, sappiamo benissimo perché mi hanno escluso. E non mi hanno neanche avvertito», è la sua delusione. Una trentina di esclusi, invece, chiama già in mattinata Lorenzo Borré, il legale degli ex M5s. Meditano una pioggia di ricorsi ma non sarà Borré ad occuparsene: «È contrario ai principi che mi hanno portato a difendere gli iscritti della prima associazione M5s», spiega. E a rinfocolare la polemica arriva anche un audio, anonimo, svelato dagli autori di Supernova, gli ex M5s Marco Canestrari e Nicola Biondo: «Sta succedendo un manicomio, il sistema è in tilt, chiedi di sospendere il voto anche a chi hai contattato per i click», afferma una voce, dal chiaro accento siciliano. Un audio che «svela il bluff» delle parlamentarie, attacca il Pd laddove lo staff del M5s punta il dito contro i media: «È grave che la stampa pubblichi un audio anonimo, probabilmente messo in giro ad arte». Il M5s, nel frattempo, aspetta che passi la buriana di queste ore e conta di trovare, nella tre giorni di Pescara organizzata per illustrare il programma di governo, i candidati che hanno già superato il voto online. Un voto che riguarda solo i collegi plurinominali. Ma in diversi - complice anche il sovraffollamento di parlamentari uscenti in alcuni collegi, nel pescarese o nel messinese ad esempio - potrebbero finire anche nella battaglia dell'uninominale. Anche se, in tanti collegi uninominali Di Maio punta a portare candidati esterni e portatori di voti. Nell'avellinese, secondo rumors insistenti, sembra che il M5s punti su Piero Mastroberardino, uno dei leader dell'industria enologica italiana. E l'impronta di Di Maio si vedrà anche per la squadra di governo: un mix di competenza e condivisione delle idee del Movimento. «Vorrei un prefetto agli Interni o un ambasciatore agli Esteri», spiegava l'altroieri di Di Maio disegnando un esecutivo che, qualche anno fa, si sarebbe chiamato «tecnico».

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