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Data: 20/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Caro pedaggi - «Pedaggi, lo sconto non ci basta». L'Aquila, Avezzano e Sulmona chiedono di cancellare gli aumenti

L'AQUILA «Una risposta insufficiente e inadeguata rispetto alle esigenze e le istanze che da settimane stanno arrivando da cittadini e sindaci stanchi di essere vessati e presi in giro». È la presa di posizione dei sindaci dell'Aquila, Pierluigi Biondi, Avezzano, Gabriele De Angelis, Sulmona, Annamaria Casini, e del presidente della Provincia dell'Aquila, Angelo Caruso, rispetto alla notizia di un'ipotesi di sconto del 20 per cento sui pedaggi autostradali per i pendolari di Abruzzo e Lazio, grazie a fondi pubblici regionali. «Settimane di mobilitazione, manifestazioni di decine sindaci, presìdi ai caselli autostradali, incontri a Roma: tutto questo non è stato fatto invano», commentano, «La nostra richiesta era e rimane quella di sospendere gli aumenti indiscriminati». Sindaci e presidente così parlano di «Una vittoria di Pirro, qualora si dovesse concretizzare, come quella dell'elemosina sulle tariffe di A24 e A25 per i pendolari non ci farà muovere di un centimetro dalle nostre posizioni e continueremo a lottare affinché i nostri cittadini non vengano considerati serie B e, per questo, tartassati da provvedimenti ingiustificabili che penalizzano non solo i pendolari ma l'intero Abruzzo, sia dal punto di vista commerciale sia da quello turistico». Per Gianni Melilla, deputato Liberi e Uguali, «la montagna ha partorito il topolino. Le Regioni dovrebbero pagare alla Strada dei Parchi spa che gestisce le A24 e A25, l'aumento dei pedaggi autostradali. Cioè tutti i cittadini, tramite le Regioni, si devono far carico di un aumento abnorme e illogico del 12,89%».«È ora di rivedere radicalmente la concessione di queste autostrade», afferma Melilla secondo il quale: «Lo stato delle autostrade è pietoso dal punto di vista della sicurezza e non vi sono stazioni di servizi per oltre cento km dalla uscita di Brecciarola a quella di Magliano dei Marsi. Il Governo e il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti», conclude, «devono prendere atto che non si può andare avanti così».

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