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Pescara, 24/07/2024
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Data: 20/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Moretti lascia a De Carolis «Il porto, il mio rimpianto» Si chiude con un commosso grazie l'esperienza abruzzese del comandante «I problemi devono essere risolti in un'ottica di sistema e non di campanili»

PESCARA Si chiude con un commosso «grazie Pescara, viva Pescara e sempre forza Pescara», e con una punta non celata di amarezza «per lo stato attuale del porto cittadino», il saluto del contrammiraglio Enrico Moretti alla direzione marittima dell'Abruzzo, del Molise e delle isole Tremiti.Ieri mattina, nei locali del terzo nucleo aereo della guardia costiera, si è tenuta la cerimonia ufficiale per il passaggio delle consegne di fronte a centinaia di rappresentanti delle autorità civili e militari, schierate per assistere al saluto di Moretti, che assumerà l'incarico di direttore marittimo nelle Marche, e all'assegnazione del comando al capitano di vascello Donato De Carolis, pugliese. «Bisogna sempre vedere il bicchiere mezzo pieno, ma il mezzo vuoto mi fa un pochino male perché pensavo che al termine del mio mandato avrei lasciato il porto in condizioni migliori», ha detto ieri mattina Moretti, sottolineando con la schiettezza che lo ha sempre contraddistinto nei tre anni e quattro mesi trascorsi alla guida della Capitaneria del capoluogo adriatico, quanto ancora ci sia da fare per il futuro dello scalo cittadino. Il saluto alla sua città di adozione, dove già in passato era stato comandante della Capitaneria di porto, coincide con il ritorno nella sua regione di origine con in tasca la nomina a direttore marittimo delle Marche. L'incarico comporterà l'inserimento di Moretti nel comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centrale. «Me ne vado, ma non perderò di vista gli abruzzesi", ha garantito Moretti, assicurando «attenzione, impegno e totale collaborazione per Pescara e Ortona, in sinergia con la filiera istituzionale. Lascio il mio ruolo con un po' di amarezza», ha ammesso, «consapevole che il lavoro sui porti dipende anche dalle sinergie con le pubbliche amministrazioni. Per la risoluzione dei problemi auspico un effettivo allineamento, in un'ottica di sistema e non di campanili. Amo il mio lavoro, Pescara e questo territorio, e per questo vorrei che le sue potenzialità venissero finalmente comprese ed espresse. Alla marineria che soffre di problemi ai limiti dell'intollerabilità dico di compattarsi non solo quando c'è da protestare, ma anche quando bisogna costruire». Tanti i saluti e i ringraziamenti ai colleghi e agli amici accorsi, al comandante generale del corpo delle capitanerie di porto Vincenzo Melone e al comandante marittimo sud Salvatore Vitiello, ma soprattutto al presidente della Camera di commercio di Pescara, Daniele Becci, recentemente scomparso: «Sono sicuro che in questo momento ci sta guardando con la sua aria sorniona, pronto a fare battute su quello che dirò. Daniele, ci manchi». In sala, tra gli altri, anche il prefetto Gerardina Basilicata, il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, che ha tracciato un quadro dei lavori effettuati e dei futuri impegni per ridare dignità al porto, il presidente della Provincia Antonio Di Marco, i sindaci di Pescara Marco Alessandrini, di Montesilvano Francesco Maragno e di Francavilla Antonio Luciani, i senatori Antonio Razzi e Vittoria D'Incecco, il consigliere regionale Lorenzo Sospiri. «Quando mi sono insediato», ha detto Moretti, «dissi che mi sarei ispirato a Socrate e così è stato, poiché il primo giudice deve essere sempre la propria coscienza». Prima di passare la parola al neo comandante De Carolis, il discorso si è poi soffermato più volte sulla parola «responsabilità» nei confronti della collettività, seguendo «la stella polare dell'etica e dell'onore», ma anche «fungendo da pungolo nei confronti delle pubbliche amministrazioni anche quando questo comando non ne aveva competenza». «L'Abruzzo forte e gentile», ha proseguito Donato De Carolis, «per tanti versi somiglia alla mia terra. Sarò garante dei cittadini del mare, ai quali da subito farò sentire la mia vicinanza, consapevole delle difficoltà del lavoro che mi attende ma consapevole del valore dell'equipaggio».

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