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Pescara, 24/07/2024
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Data: 20/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, slitta il «sì» dell'aula parola ai giudici dopo il voto

Campidoglio-Via Prenestina: andata e ritorno. Continua in questi giorni la navetta tra il Comune e la sede dell'Atac per far quadrare i conti. Ci sono 100 milioni di euro che ballano: il Piano economico finanziario dell'azienda, propedeutico alla richiesta di concordato ai giudici fallimentari, ancora non è chiuso. Il bollino del Comune sull'operazione va stampigliato prima di venerdì prossimo, il 26 gennaio, quando il presidente e ad della partecipata, Paolo Simioni, deve consegnare il piano industriale ai commissari nominati dal Tribunale. Il via libera della giunta Raggi era atteso per ieri, ma alla fine è slittato a lunedì. Di tempo, quindi, ne rimane poco, per completare i passaggi ufficiali. Dopo il sì dell'esecutivo toccherà all'Aula Giulio Cesare l'approvazione finale: l'Assemblea dovrebbe riunirsi martedì fino a tarda sera per votare il documento (in mattinata si dovrebbe riunire la Commissione Mobilità, in tutta fretta, per il parere preliminare).
PAGAMENTI E RISULTATI
La tensione tra maggioranza e giunta è palpabile. «Non possiamo sbagliare», è la convinzione del Campidoglio che se la prende con l'Atac per il disguido di queste ore. Perché sono spuntati all'ultimo 100 milioni di crediti considerati «inesigibili» e quindi tutto il piano ora va ricalibrato. L'ipotesi è che possa abbassarsi l'asticella dei rimborsi ai creditori chirografari, cioè imprese private e fornitori. Non ci si dovrebbe comunque allontanare molto dalla restituzione di circa il 60% delle fatture, un importo spacchettato in due tranche: il 32-33% verrebbe pagato cash, il resto attraverso obbligazioni, in base ai risultati dell'azienda.
Da quanto filtra da via Prenestina, giovedì scorso il Cda dell'azienda avrebbe approvato la prima versione del piano finanziario con una formula che consente al presidente di apportare modifiche in corso d'opera. Ma considerata la delicatezza dell'operazione, anche dal punto di vista formale, a Palazzo Senatorio vogliono vedere la versione definitiva del documento, prima di passare ai voti. Ecco perché ieri la giunta si è aggiornata all'inizio della prossima settimana.
I TEMPI
Una volta superato l'ostacolo, il M5S confida di avere, almeno su questo fronte, una pausa fino a dopo le elezioni. Gli esperti che stanno seguendo l'operazione-concordato, infatti, hanno rassicurato giunta e consiglieri grillini sui tempi del Tribunale. Prima del verdetto finale dei giudici fallimentare potrebbero passare addirittura tre mesi. Quando l'altro responso, quello delle urne, sarà passato da un pezzo. Anche questa preoccupazione dunque è stata schivata. Così come - ma entriamo in un altro campo - le vicende giudiziarie della sindaca Raggi.
Dopo la consegna del piano industriale da parte di Atac, infatti, i commissari avranno 30 giorni, prorogabili di altri 30, per scrivere una relazione sulla strategia di rilancio prospettata dall'azienda. Si arriverebbe quindi alla fine di marzo. Dopodiché toccherà ai magistrati fallimentari esprimere l'ultimo giudizio sul piano Salva-Atac.

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