PESCARA «Voglio lanciare una sfida a tutte le forze politiche: diteci perché non siete d'accordo con questi 20 punti perché ve lo chiederemo la sera del 5 marzo», dice Luigi Di Maio a Pescara dopo aver mostrato le sue venti slide programmatiche. Venti proposte generiche al punto giusto e abbastanza porose. Proposte per tutti i gusti, ma una buona fetta per l'elettorato, e gli eletti, di Lega e centrodestra. Basta guardare le idee sull'immigrazione e la sicurezza, e poi quel «meno tasse» di berlusconiana memoria.
E' di nuovo il tema alleanze a polarizzare il dibattito politico nel M5S, insomma. Perché Di Maio comincia già a studiare tutte le possibili convergenze che costruirà a partire dai risultati degli uninominali.
PARTECIPA, SCEGLI, CAMBIA
A Pescara però non ci si aspettava questo, ovvero lo slogan della campagna elettorale Partecipa, scegli, cambia, e il saluto a Beppe Grillo «il nostro megafono che c'è e ci sarà sempre», dice Di Maio di fronte a Davide Casaleggio seduto in prima fila. Il miraggio di un posto in Parlamento ha fatto salire la tensione alle stelle: prima della conferenza stampa di Di Maio la ressa di candidati ha letteralmente otturato tutti gli ingressi. In quattromila erano accorsi per sapere se fossero in lista oppure no: avrebbero potuto restarsene a casa. Salta infatti l'annuncio dal palco previsto nel pomeriggio. Quando, a tarda sera, le liste di vincitori delle parlamentarie sono visibili sul blog (per la prima volta senza il dettaglio numerico delle preferenze), all'Aurum di Pescara non c'è più nessuno. Mossa perfetta per evitare possibili contestazioni.
Nelle liste sono visibilissime le prime blindature: saranno capolista e candidate all'uninominale la senatrice Paola Taverna nel Lazio, e le deputate Giulia Grillo e Laura Castelli rispettivamente in Sicilia e in Piemonte. La loro candidatura è stata ufficializzata insieme a quattro nomi forti, tutti già noti: l'applauditissimo comandante Gregorio De Falco, Vincenzo Zoccano presidente del Forum italiano Disabilità, i giornalisti Gianluigi Paragone in collegamento telefonico, Emilio Carelli e il presidente di Adusbef Elio Lannutti. Nella conferenza stampa di Di Maio i fab four, tutti uomini e over 45, sono stati accoppiati alle tre parlamentari donna anche per dare un'immagine plastica di quell'alternanza di genere che ha dato tantissimi grattacapi allo staff preposto alle liste. Nello scorrere le liste non ci sono grandi sorprese: tutti i big sono confermati capolista. Luigi Di Maio nella sua Pomigliano, Roberto Fico a Napoli. Ci sono anche esclusi eccellenti: arriva quarta, quindi poco probabile che ce la faccia, Chiara Di Benedetto, deputata vicina all'ala di Riccardo Nuti. Al Senato, invece, capilista figurano gli uscenti Mario Giarrusso e Maurizio Santangelo. In Lombardia Stefano Buffagni, molto vicino a Davide Casaleggio e Luigi Di Maio è al secondo posto dopo Paola Carinelli. In Abruzzo, a sorpresa, è fuori Daniele Del Grosso, parlamentare uscente e tra i padroni di casa del Villaggio Rousseau di Pescara. n Campania, nel collegio di Luigi Di Maio, la seconda è Concetta Giordano, mentre in Toscana spunta, tra i titolari, un «quasi omonimo» del leader: Luigi Maio. In Piemonte solo quarto il No Tav Scibona. Chi non si è appassionato alla corsa era la compagine dei sindaci, ridotta qui a Pescara a due componenti. Filippo Nogarin e Francesco Piccitto: ed entrambi non si ricandideranno: «Fatemi rifiatare», dirà il primo cittadino di Ragusa.