TERAMO Gli auguri del ministro e leader politico Beatrice Lorenzin, lo slogan elettorale "Si può fare di più", che evoca la canzone le cui note risuonano negli altoparlanti, ma soprattutto la benedizione dello stato maggiore del Pd. L'effetto del "fidanzamento", come l'ha chiamato il governatore Luciano D'Alfonso, tra i Dem e i centristi di "Civica e Popolare" si è visto ieri pomeriggio con il lancio della candidatura di Giorgio D'Ignazio alla Camera. Sarà lui raccogliere il testimone dal deputato uscente Paolo Tancredi come capolista nel collegio proporzionale di Teramo-L'Aquila per gli ex Ncd che hanno seguito Lorenzin nella scelta di dare continuità all'alleanza di governo con i Democratici. Per questo a brindare alla corsa verso Montecitorio del consigliere regionale teramano c'erano i grossi nomi del Pd. Su tutti quello di D'Alfonso secondo cui «c'è bisogno in parlamento di persone come D'Ignazio che sono inserite nella vicenda amministrativa del loro territorio».È' lo stesso candidato, dunque, a dirsi orgoglioso dell'epiteto con cui gli ex alleati di centrodestra l'hanno bollato come "stampella" del governatore e della sua maggioranza. «Ho contribuito all'approvazione della carta valanghe, che se magari fosse stata adottata prima avrebbe evitato tragedie», ricorda D'Ignazio, «e al rifinanziamento di Saga, Abruzzo Engineering e altri importanti enti». Il candidato accredita così il suo impegno per Teramo e per l'Abruzzo che conta di portare nell'aula di Montecitorio. «Non sono un capobastone, ma un soldato», tiene a precisare, «non mi ritrovo più in un centrodestra a trazione Lega e Meloni». Ad ascoltarlo dentro e fuori del suo nuovo quartier generale in via Oberdan c'è una folla di sostenitori e amici tra cui la pattuglia di nuovi alleati Dem guidata dal segretario provinciale Gabriele Minosse e nella quale spiccano il deputato uscente Tommaso Ginoble, l'assessore regionale Dino Pepe e il consigliere Sandro Mariani, la presidente dello Zooprofilattico Manola Di Pasquale e il segretario del Pd di Giulianova Gabriele Filipponi. Al fianco di D'Ignazio resta il suo principale sostenitore Paolo Tancredi. «Giorgio ha fatto una scelta coraggiosa», afferma il parlamentare, «rappresenta e incarna al meglio lo spirito di questo nuovo partito nato dall'esperienza di governo nazionale». A quest'ultima sia lui che il sottosegretario Federica Chiavaroli, candidata al Senato e presente al lancio di D'Ignazio insieme a Lucrezio Paolini che correrà nel collegio di Pescara-Chieti, si richiamano nel motivare la decisione di allearsi con il Pd. «Non posso salire sul palco con chi demolisce il governo», osserva ricordando di essere stato relatore della legge finanziaria, «non avrei potuto fare nulla di diverso. Dopo vent'anni d'impegno diretto Tancredi questa volta tirerà la volata a D'Ignazio: «Anche perché se avessi fatto un'altra legislatura, avrei superato mio padre», sottolinea con una battuta, «e non sarebbe stato giusto». Ma poi aggiunge: «Prendo una pausa dall'impegno nelle istituzioni, ma non ho intenzione di chiudere qui la mia esperienza politica».