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Data: 23/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Berlusconi al Ppe evoca Tajani premier: rispetteremo il 3%

ROMA «L'esistenza dell'Europa è essenziale: un convincimento per noi profondo. La Ue è imprescindibile». Berlusconi rilancia la sua immagine oltreconfine. E soprattutto frena il Carroccio: il centrodestra non farà le barricate contro Bruxelles. Anzi assicurerà qualora dovesse vincere le elezioni, la stabilità del Paese.
ALLEATI
Impegni chiari ribaditi ieri al suo arrivo nella capitale belga per incontrare i vertici del Ppe: «Rispetteremo la regola del 3% deficit-pil che pure è discutibile, nel nostro programma prevediamo che quella regola sia rispettata». Ed ancora: «Assicureremo con l'aumento del Pil che prevediamo ci sarà a causa della flat tax di poter ridurre la percentuale del 134% del rapporto debito-Pil portandola al 125% come era al momento del colpo di Stato' del 2011». Poco importa che Salvini continui ad alzare i toni: «L'Italia non ha bisogno di garanti», dice il leader del Carroccio che poi tuona: «Siamo una Repubblica libera e sovrana, che è stata calpestata da interessi che arrivavano da Bruxelles e da Berlino». E a sera, alla domanda se immagini Berlusconi al Quirinale, replica: «Interessante... ma non dico altro, prima eleggiamo il premier».
Il Cavaliere sulla Ue non è dello stesso parere, la politica delle istituzioni comunitarie sarà rispettata da chi «ha vissuto sotto l'angoscia della guerra fredda, e che è riuscito nel 2002 a fare entrare la Federazione russa nella Nato l'Europa ci ha dato 70 anni di pace». La premessa è che «non vinceranno i populisti, non permetteremo che vadano al governo i 5Stelle». Affermazioni che non saranno certamente dispiaciute ad Angela Merkel. L'ex premier ha speso parole di miele per la Cancelliera tedesca: «Ci sostiene, i rapporti sono stati sempre molto positivi, avrà la possibilità di essere autorevole in Europa, Forza Italia e il centrodestra guardano con favore alla Grosse koalition tra Spd, Cdu e Csu».
Berlusconi a Bruxelles ha fatto il pieno di incontri: da Jean-Claude Juncker («un colloquio eccellente», ha riferito il presidente della Commissione Ue mentre un suo portavoce ha chiarito che l'incontro «non ha nulla del complotto né di strano, perché si tratta di un ex primo ministro dell'Italia per due volte e di un uomo attivo in politica») al presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, dalla Commissaria Ue Marija Gabriel al capogruppo del Ppe all'Europarlamento, Manfred Weber, dal presidente del Ppe Joseph Daul Daul al segretario del Partito popolare europeo Antonio Lopez che ha garantito a nome della famiglia l'europea «l'appoggio pieno» al Cavaliere. Questa mattina vedrà il presidente del Ppe, Joseph Daul.
Fonti azzurre raccontano che nei suoi faccia a faccia l'ex premier non abbia escluso l'eventualità di «richiamare in Italia» Tajani, che proprio qualche giorno fa ha festeggiato un anno alla guida dell'Europarlamento. L'ex presidente del Consiglio spera ancora che arrivi la sentenza di Strasburgo per riavere operatività politica, ma nel frattempo tiene in piedi il piano B e considera Tajani una risorsa utile anche per il post-voto, una opzione sul tavolo, una carta da spendere per palazzo Chigi, ma solo se ci fosse la necessità di giocarla e la reale possibilità. Berlusconi, per avvalorare i suoi ideali europei nella sua trasferta europea ha citato i padri fondatori della Ue, come De Gasperi, Schuman, Adenauer e più volte sottolineato che «l'Europa doveva essere faro di civiltà e democrazia in tutto il mondo». Ai vari leader ha anche illustrato come si presenta in campagna elettorale: «Devo smentire assolutamente le critiche sulle promesse elettorali non mantenute, sono impegni non promesse che anche nel passato abbiamo sempre mantenuto».

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