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Data: 23/01/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Le autostrade via dai privati? ''Lo stato sovrano le riprende ora, con l'euro no''

L'AQUILA - “Lo Stato italiano, se sovrano, può riprendere in mano un servizio pubblico essenziale come quello delle autostrade con un atto d'imperio, ma in assenza di sovranità monetaria è praticamente impossibile”.

In un clima di forti tensioni politiche e di popolo per i classici e in alcuni casi incredibilmente alti aumenti che hanno toccato anche i pedaggi autostradali, vedi il +12,89 di Strada dei Parchi Spa per A24 e A25 in Lazio e in Abruzzo, di questo inizio 2018, si torna a parlare con insistenza, di gestione pubblica di un servizio essenziale come quello della viabilità.

Nel caso della tratta abruzzese oggi gestita dalla società del gruppo Toto, il primo a ipotizzare un ritorno all'Anas alla scadenza della convenzione, nel 2030, è stato il consigliere regionale del Partito democratico, Pierpaolo Pietrucci, poi seguito timidamente da altri.

Tutto questo mentre la protesta è giornaliera, tra petizioni online da 100 mila firme, minacce di ricorsi al Tar, mobilitazioni, “chiediamo a Bruxelles”, rivolte dei sindaci e manifestazioni al casello.

“La viabilità è un servizio pubblico essenziale - spiega ad AbruzzoWeb il giurista Giuseppe Palma - quindi anche le autostrade sono un servizio pubblico essenziale perché garantiscono la libertà di circolazione, diritto fondamentale costituzionalmente tutelato".

"Uno Stato che voglia fare lo Stato può riprenderselo immediatamente pagando i mancati introiti al privato fino alla scadenza della concessione - aggiunge - ma senza sovranità monetaria e dentro i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles può farlo soltanto tagliando in maniera folle la spesa pubblica, come già sta facendo dentro il sistema Euro, quindi sanità e altri settori vitali, per recuperare la moneta necessaria a pagare il privato cui verrebbe tolta la concessione prima della scadenza del contratto”.

Con una sua moneta, invece, assicura, "la causa con il privato non sarebbe affatto un problema”.

“All'estero i pedaggi costano di meno? Vero, ma l'Italia non può diminuire i prezzi perché si è legata mani e piedi al macigno dell'Euro entrandovi con un debito pubblico molto alto - continua ancora - Che con la tua moneta non è mai un problema, ma con l'Euro, fin dagli inizi dell'integrazione monetaria, è di fatto una gabbia che non ti permette di attuare politiche di contenimento dei prezzi se non facendo leva sulla svalutazione del lavoro”.

Per il giurista "le privatizzazioni hanno dimostrato di aver fallito, ormai è sotto gli occhi di tutti. Per i privati conta giustamente il profitto, ma i servizi pubblici essenziali dovrebbero stare fuori dalla disponibilità dei capitali privati - rimarca - Purtroppo, le privatizzazioni sono un'espressione e addirittura una folle necessità del progetto eurista che noi paghiamo sulla nostra pelle”.

Per Palma, “questo delle autostrade, comunque, è un classico esempio di come si possa essere 'schiavi del capitale'. Uno Stato sovrano garantisce a tutti i cittadini i servizi pubblici essenziali a costi politici e sopportando il maggior deficit che ne deriva, esattamente come previsto dalla Costituzione e non di certo dai Trattati europei - obietta - Il privato, invece, può fare ciò che vuole, soprattutto profitto, che è il suo scopo principale e naturale. Con gravi ripercussioni sui cittadini”.

“Le privatizzazioni dei servizi pubblici essenziali non solo non producono l'abbassamento dei prezzi, si vedano per esempio i prezzi delle bollette energetiche o dei biglietti dei treni, ma addirittura inducono il privato a scaricare il peso della competitività sul lavoro, cioè sui salari e sui diritti fondamentali dei lavoratori”, conclude.

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