PESCARA Nuovi partiti, vecchi metodi. Caduti nel vuoto tutti gli appelli e i richiami alla ragione e alle esigenze di rappresentanza dei territori, ieri mattina i dirigenti abruzzesi di Liberi e Uguali (Leu) si sono visti recapitare una lettera firmata dal responsabile della organizzazione nazionale di MdP Nico Stumpo nella quale viene comunicata la decisione del partito di candidare in Abruzzo come capolista al listino proporzionale della Camera Chieti-Pescara la calabrese Celeste Costantino, 38 anni, parlamentare uscente eletta in Piemonte per Sinistra Italiana; e a capolista del listino proporzionale della Camera Teramo-L'Aquila l'avvocato molisano Danilo Leva, 39 anni, eletto nel 2015 in quota Pd. Per Leu abruzzese vuol dire rinunciare matematicamente alla rappresentanza parlamentare. Perché, visti i numeri, Leu in Abruzzo potrebbe aspirare a un solo seggio e soltanto al proporzionale della Camera. Nella stessa lettera Stumpo chiede ai compagni abruzzesi di fornire i nominativi per i collegi uninominali, dove, ovviamente, la partita di Leu regionale sarà solo di testimonianza. Ammesso che gli abruzzesi decidano di candidarsi. «L'Abruzzo è stato trattato come i cafoni di Silone» dice un autorevole esponente del partito abruzzese, «non è possibile che qui vengano paracadutati candidati che altri territori non hanno voluto. Poteva essere comprensibile un Bersani o un D'Alema, ma le seconde linee proprio no».Per le liste Leu Abruzzo aveva presentato a Roma una rosa con alcuni tra i nomi più rappresentativi del partito: Paola Cianci, vicesindaco di Vasto, Marinella Sclocco, assessore regionale al Sociale, Marta Illuminati, consigliera comunale di Pineto, Rosaria Ciancaione, consigliera comunale di Roseto, Romana Rubeo, consigliera a Tagliacozzo, Gianni Melilla, deputato uscente, Mario Mazzocca, sottosegretario alla presidenza della giunta regionale, Francesco Mastromauro, sindaco di Giulianova, Fabio Ranieri, dirigente aquilano di Leu, Franco Caramanico, ex assessore regionale, Gianluca Coletti, consigliere comunale ad Ortona. Nomi che sono stati di fatto ignorati e messi di rincalzo nelle liste a sostengo dei due candidati romani. La protesta di Leu Abruzzo è stata espressa a tutti i livelli e sono nati anche gruppi spontanei di «resistenza» su Facebook e WhatsApp. E per molti militanti e simpatizzanti la domanda è una sola: «Noi come facciamo ora a fare campagna elettorale?»