Convocati per questa mattina a Montesilvano, domani a Pescara e Spoltore i consigli comunali chiamati a pronunciasi sulla nascita di Nuova Pescara. Montesilvano fa dunque da apripista in questo delicato momento storico, con le forze politiche che si muovono in ordine sparso. Compreso quello del sindaco Maragno, saranno 25 i voti validi, per esprimere un parere sul progetto di legge regionale, scaturita dopo il referendum del 2014. La maggioranza di centro destra è orientata contro la fusione; stesso atteggiamento quello della consigliera Udc Valentina Di Felice, di Corrado Di Battista del gruppo Montesilvano futura. Contrario anche il Pd (Feliciano D'Ignazio e Pietro Gabriele). Ancora un no secco da Gabriele Di Stefano del gruppo misto («invito il governatore D'Alfonso a soprassedere, in quanto la fusione porterà solo problemi»). Il fronte del sì si avvale dei tre consiglieri di 5Stelle, Paola Ballarini, Gabriele Straccini e Cristhian Di Carlo; un sì che fa riflettere quello di Barbara Di Giovanni, che dopo lo scioglimento del gruppo Ap è confluita nel gruppo misto («Siamo convinti che con la fusione avremo dei sostanziosi risparmi»). Enea D'Alonzo di Abruzzo civico: «Sono contrario all'idea della Nuova Pescara, ma c'è stato un referendum e i cittadini si sono espressi per il sì, il loro voto va rispettato».
«Qualcuno parla di una fusione che porterebbe dei risparmi - dichiara il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito, che contrario alla fusione da sempre -; piuttosto andrebbe valutato se sia veramente una strada conveniente per i tre Comuni. Eppoi si sappia che la creazione di un nuovo Comune non comporterà il licenziamento dei dipendenti di due Comuni su tre. Quali risparmi, allora? Che dire poi della situazione contabile? Pescara è in pre dissesto e mi chiedo se sia eticamente e politicamente opportuno imporre ai cittadini degli altri due Comuni il riequilibrio di un bilancio, dal quale non hanno mai ricevuto servizi». Pareri discordi dunque. E il cattedratico Romano Orru, pur dicendosi favorevole alla fusione, insiste che si faccia tutto con gradualità. Un processo che va analizzato e studiato attentamente, per arrivare alla fusione che dovrebbe scattare dal primo gennaio del 2019.