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Pescara, 24/11/2024
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25/01/2018
Il Centro
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Pedaggi: la protesta a Roma - Per i sindaci in fascia tricolore è vietato entrare a Montecitorio. La polizia blocca i primi cittadini abruzzesi che chiedono di eliminare gli aumenti per l'A24 e l'A25. Santilli, Di Natale, Sciò, Lorenzin, De Rosa e gli altri si sfogano: «Da noi arrivano solo i rincari» |
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L'AQUILA A Montecitorio con la fascia tricolore non si entra. «Lo Stato blocca lo Stato», hanno commentato i sindaci di Abruzzo e Lazio che, ieri mattina, hanno tentato varcare la soglia della Camera per protestare contro l'aumento dei pedaggi di A24 e A25. L'accesso è stato vietato dagli agenti di polizia per una questione di ordine pubblico. Ciò ha scaturito una forte indignazione dei primi cittadini che hanno posto l'attenzione sulla necessità di eliminare totalmente i vertiginosi aumenti disposti dal Governo. Prima di tentare l'ingresso nel cortile, i sindaci si sono organizzati davanti all'obelisco in piazza Montecitorio. Un centinaio di rappresentati istituzionali tra primi cittadini ed esponenti delle amministrazioni locali. E quando la polizia ha fatto entrare le donne del centrodestra in protesta contro la scarsa rappresentatività delle quote rosa alle prossime elezioni, ma bloccato i sindaci, è scoppiata la protesta. I manifestanti sono andati su tutte le furie, fino a quando non è arrivato Renato Natale, portavoce del presidente della Camera Laura Boldrini, che sceso tra i manifestanti ha ascoltato le ragioni dei territori interessati. TROPPO POCO. Lo scontro del 20 per cento proposto dal ministro non basta a rassicurare i cittadini abruzzesi e del Lazio e forte è la preoccupazione per la totale assenza di contatti e informazioni in merito al confronto in atto tra Governo e gestore. Non sono bastate a fermare la protesta neanche le riassicurazioni riguardo a ipotetici sconti ai pendolari a carico poi delle Regioni, rese note nei giorni scorsi dal governatore Luciano D'Alfonso. I sindaci chiedono certezze e annunciano che proseguiranno le azioni di protesta. A LORO LA PAROLA. «Non ci accontentiamo dello sconto per i pendolari», ha sottolineato il sindaco di Celano Settimio Santilli. «La nostra protesta è già arrivata a Delrio», ha aggiunto Enzo Di Natale (Aielli), «ma gli impegni non sono stati rispettati e andremo avanti così». Per Giacinto Sciò (Pereto), «si riempiono la bocca con le leggi sui piccoli comuni e poi invece arrivano solo rincari». «Siamo qui», ha affermato Marivera De Rosa (Luco), «per portare avanti la nostra lotta a tutela del territorio, dei viaggiatori, dei lavoratori».Secondo il sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, la soluzione sta «nell'approvazione del Piano economico finanziario di Strada dei Parchi che altrimenti si sente autorizzata all'applicazione dell'aumento, e nella costituzione di un tavolo tecnico tra Governo, Regioni e Comuni per rivedere i termini della concessione e conoscerne la parte segreta». RICEVUTI. Una delegazione di Sindaci è stata ricevuta dalla commissione Lavori pubblici del Senato, mentre una seconda dal Capo di Gabinetto del Prefetto di Roma. Nel corso degli incontri i sindaci hanno avuto modo di ribadire nel dettaglio le ragioni della loro protesta. . Tra i sindaci abruzzesi, principalmente marsicani, c'erano Velia Nazzarro (Carsoli), Quirino D'Orazio (San Benedetto), Lorenzo Lorenzin (Cappadocia), Gianluca De Angelis (Lecce nei Marsi), Stefano Iulianella (Pescina), Antonio Paraninfi (Oricola) e Fernando Marzolini (Rocca di Botte). Per il comune di Avezzano c'era l'onorevole Massimo Verrecchia. Altri Comuni erano rappresentati da vicesindaci, assessori o consiglieri. Non sono mancati primi cittadini e assessori arrivati dalle altre province abruzzesi, come quella di Teramo con Rinaldo Seca di Castelli, Gesidio Frale (Colledara) e Massimo Di Giancamillo (Isola del Gran Sasso).
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