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Data: 26/01/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Elezioni: bisticcio FI-Fdi, Pd a nervi tesi. Ricciuti: ''Forzisti candidati dalla luna''. Pd: D'Afonso, Pezzopane, D'Alessandro e la teramana

L’AQUILA - La “mossa del cavallo” di Fratelli d’Italia, che fa firmare la candidatura alle prossime elezioni politiche a cinque esponenti aquilani, è la principale novità della giornata politica quando si avvicina la chiusura delle liste in vista del voto del prossimo 4 marzo.

Tra questi, come anticipato da AbruzzoWeb, l’ex consigliere regionale Luca Ricciuti, che, motivando il cambio di casacca, spara a zero contro Forza Italia: “Non rispetta le persone, candiderà persone proiettate dalla Luna”.

I forzisti non replicano, ma fanno trapelare un rumor proveniente da Roma che potrebbe guastare i piani del partito aquilano: la possibile planata dalla Capitale direttamente della presidente del partito, Giorgia Meloni, che, da quanto appreso, oltre a figurare in un listino bloccato del proporzionale, si prenderebbe il collegio aquilano del maggioritario alla Camera, e in caso di elezione non potrebbe optare tra i due, ma diventerebbe per legge la nuova deputata “aquilana”, togliendo il posto a uno dei suoi.

Nel frattempo nel centrosinistra spunta a sorpresa un possibile conflitto tra le candidature di Luciano D’Alfonso e Camillo D’Alessandro, che sembravano viaggiare su strade parallele (entrambi capilista del proporzionale, l’uno al Senato, l’altro alla Camera), con il Partito democratico chietino che prende per la seconda volta in pochi giorni carta e penna e, con 90 firme di amministratori, scende in campo a sostenere la corsa del consigliere ortonese scrivendo ai segretari nazionale, Matteo Renzi, e regionale, Marco Rapino. In tarda serata si trova la quadra e le divergenze si appianano, come si può leggere di seguito.

Il clima, come si vede, è incandescente. Di ora in ora le trattative sono sempre più febbrili, gli animi sempre più surriscaldati e la paura di perdere il seggio ancora più terrorizzante, per tutti. Anche perché la scadenza di lunedì 29 alle ore 16 per consegnare le liste è davvero a un passo.

La fase elettorale viene anche inframezzata da spiacevoli parentesi di cronaca giudiziaria, in questo caso nel campo del centrosinistra.

Da un lato, il compagno della senatrice uscente e a caccia del bis Stefania Pezzopane viene accusato dal “vento dei social” di aver scritto un post su Facebook con pesanti insulti contro il ministro uscente Luca Lotti.

Accusa smentita con sdegno dagli interessati, che denunciano ignoti in questura, colpevoli di aver diffuso un’immagine taroccata ad arte per avvelenare la campagna elettorale: non sfugga, in tal senso, che Lotti viene ritenuto dagli esperti di cose dem uno dei principali sponsor della corsa di D’Alfonso.

Dall’altro lato, la Cassazione annulla parte dell’archiviazione dalle accuse di induzione indebita, la concussione depotenziata, caso dell’anno scorso, dell’ex sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, ancora nelle rose dei papabili in predicato di una candidatura.

Questo tra lo sgomento dell’entourage legale dell’interessato, che era all’oscuro del lancio di agenzia nazionale giunto da Roma e che, dopo i controlli, fa notare come sia stata archiviata per sempre l’accusa più tosta, mentre per l’altra bisognerà ripartire dall’udienza preliminare “filtro”.

In mezzo a questo bailamme, il Consiglio regionale, profumatamente pagato, con 10 e più consiglieri di centrodestra e centrosinistra in rampa di lancio per il Parlamento, dopo la farsa dell’ultima convocazione saltata miseramente decide a bella posta in commissione capigruppo di rinviare tutti i propri lavori a dopo il 4 marzo.

Da un lato, così, si evita di prendere in giro gli abruzzesi; dall’altro, un mese e mezzo di sostanziale “nongoverno” della Regione, visto che anche la Giunta è coinvolta nei “toto” a partire dal presidente, lascia basiti e infatti sul punto insorgono i Cinque stelle, al di sopra di ogni sospetto perché incandidabili a mandato in corso.

Intarsiata con le elezioni politiche c’è la richiesta da parte dei “cani da punta” di Forza Italia, il capogruppo Lorenzo Sospiri, peraltro anch’egli tra i papabili, e Mauro Febbo, di dimissioni immediate dall’ufficio di presidenza del consigliere segretario Giorgio D’Ignazio, passato definitivamente al centrosinistra e candidato con Civica popolare di Beatrice Lorenzin.

Sospiri, a proposito, accreditato dai media di autosospendersi dal partito se non candidato, ha rassicurato: “Non me ne vado da un partito per una candidatura. ma se non ne condivido la linea politica o se mi viene impedito di condurre le mie battaglie”.

Sul “toto” in sé, ieri hanno firmato davanti al notaio pescarese Andrea Pastore, già senatore forzista, le richieste di candidature di Forza Italia che sono state poi spedite a Roma per una selezione.

Nella rosa di nomi figurano tutti i consiglieri regionali, ossia il citato Sospiri, Emilio Iampieri, Gianni Chiodi, Paolo Gatti, i coordinatori provinciali Carlo Masci e Daniele D’Amario, il responsabile regionale della formazione dei forzisti Eugenio Seccia, il coordinatore regionale Nazario Pagano, l’ex sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, fatto fuori proprio da Gatti.

Quanto al centrosinistra, nel campo dei cosiddetti paracadutati, si vocifera che il commissario alla ricostruzione Paola De Micheli, eletta in Emilia nel 2013, potrebbe piombare nel listino Teramo-L’Aquila.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, sarebbe invece intenzionato a ricandidarsi alle prossime elezioni regionali del 2019.

Per le quote rosa, invece, tra i nuovi nomi dem nell’Aquilano il sindaco di Carsoli, Velia Nazzarro, in prima linea nella battaglia contro la stangata sui pedaggi autostradali, e quello di Scontrone, Ileana Schipani.

Possibile Candidato con Più Europa, la lista della Bonino, infine, il consigliere regionale Maurizio Di Nicola, per la Camera.

IN SERATA LA QUADRA PD: D'ALFONSO, PEZZOPANE, D'ALESSANDRO E LA TERAMANA

Attorno ai protagonisti annunciati, Luciano D'Alfonso, Stefania Pezzopane e Camillo D'Alessandro, il Partito democraticom abruzzese ha trovato finalmente lo "schema" per andare a dama con le candidature alle elezioni del prossimo 4 marzo senza scontentare (quasi) nessuno.

La sintesi è giunta proprio nel momento in cui i toni si stavano alzando e la candidatura del presidente della Regione stava per cominciare ad andare a confliggere con quella del suo consigliere regionale preferito, suscitando una prima reazione allarmata di 90 amministratori dem chietini.

Invece confermato lo schieramento che vedrà questi protagonisti tutti nel proporzionale, capolista in listini bloccati di sicura elezione: D'Alfonso nel collegio regionale del Senato, la Pezzopane in quello L'Aquila-Teramo della Camera, D'Alessandro, pure per Montecitorio, in quello Chieti-Pescara.

A completare il quadro, e a garantire anche il territorio teramano, una donna originaria proprio di quell'area che dovrebbe andare a dritta al posto numero 2 per palazzo Madama, subito sotto il governatore.

Sebbene le previsioni non siano proprio faustissime per il Pd, i vertici del partito sono convinti di poter sbancare ben due posti da senatore e in questo modo con il solo proporzionale verrebbero rappresentate le quattro province.

Lo scacchiere è stato composto solo in serata, con un incontro tra D'Alfonso e D'Alessandro. Assente, ma in contatto, la Pezzopane, alle prese con una giornata movimentata per via della disavventura mediatica del suo compagno.

Il nome verrà stabilito domani, giorno di chiusura delle liste per andare, poi, a depositarle entro lunedì 29 alle 16.

Un nome circolato fin qui era quello della presidente provinciale del partito Anna Marcozzi, ma c'è chi assicura che il vero asso è ben coperto e verrà reso noto solo in extremis.

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