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Data: 26/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sondaggi - Centrodestra in lieve calo. Sale M5S, il Pd recupera

ROMA Il borsino pre-elettorale questa settimana segnala alcuni leggeri movimenti che, pur nella loro esiguità, determinano alcune variazioni negli equilibri tra le principali forze in campo.
Il quadro complessivo, considerato l'elevata quantità di persone incerte e indecise sul voto (37,3%), resta sempre soggetto a variazioni significative, di cui si avrà conto e soluzione solo nell'ultima settimana pre-voto. Allo stato attuale il centrodestra resta saldamente in testa con il 36,7% dei consensi, anche se subisce una contrazione (-0,5%) rispetto alla scorsa settimana.
lE POLEMICHE
Forza Italia è ferma al 16%, mentre Lega e Fratelli d'Italia lasciano sul campo delle polemiche di questi giorni qualche spicciolo in termini di consenso. Il centrosinistra, invece, è in leggera salita. Sospinto dal Pd (che traguarda quota 24% con un +0,4% rispetto alla scorsa settimana) e dalla crescita degli altri partiti, arriva al 28,1% (+0,8%).
Anche i Cinquestelle appaiono dinamici. Aumentano le loro quotazioni e passano dal 27,3% al 27,8%. In leggera flessione, invece, Liberi e uguali, che lascia sul terreno lo 0,4% dei consensi.
IL RIALLINEAMENTO
I sommovimenti registrati sono ridotti e determinano un momentaneo riallineamento degli equilibri tra i tre blocchi. Se la scorsa settimana, centrosinistra e M5s erano entrambi al 27,3%, oggi la coalizione trainata dal Pd è di un soffio sopra il movimento guidato da Di Maio (+0,3%). Come in ogni borsino politico il risultato è tutt'altro che consolidato, mentre appare indicativo osservare le scelte di voto delle diverse classi sociali.
Oltre sessanta per cento dei ceti bassi si suddivide tra M5s (36,3%), Lega (15,9%) e Fdi (9,4%). Il Pd attira il 12,1%, mentre Forza Italia riesce a prendere il 17,2% e Leu il 3,3%. I ceti medio-alti preferiscono il Pd (29,6%).
Forza Italia e Lega prendono complessivamente il 26,9%, mentre M5s arriva al 23,7%. Il ceto medio, invece, è più arrabbiato e preferisce, in primis, M5s 28,8%. A seguire vota per Pd (23,1%), Forza Italia (15,6%), Lega (13%) e Leu (7,6%).
LE DINAMICHE
Se questo è il quadro delle dinamiche di voto nelle diverse classi sociali, per comprendere le tendenze in atto, è utile puntare lo sguardo sulle motivazioni che spingono i cittadini a scegliere un partito. Scopriamo, in questo modo, che la condivisione delle idee e delle proposte è il motivo principale che induce al voto. Ciò, però non vale allo stesso modo per tutti i partiti. Liberi e uguali, ad esempio, è scelto per condivisione delle idee dal 67% dei suoi elettori. Lo stesso vale per la Lega (62%). Per Pd e M5s la condivisione è traino meno florido e determina il voto, rispettivamente, del 43% e del 46% degli elettorati di riferimento.
Chiude questa classifica Forza Italia, per la quale l'accordo sulle idee attira solo il 38% dei suoi elettori. Un altro motore del voto è la capacità di un partito di dare certezze. In questo caso la classifica è guidata dal Pd (32%), seguito da Forza Italia (29%). Arrivano distanziati la Lega (19%), M5s (14%), mentre chiude la classifica LeU (9%).
L'ABITUDINE
Per tradizione e abitudine consolidata vota ormai una quota ridotta di elettori. Questo gruppo di persone si posiziona, sostanzialmente, su Forza Italia (15%) e Pd (13%), mentre è poca cosa per Lega (6%) e M5s (4%).
Il meno peggio, il partito che, sul momento, convince un po' più degli atri, è sempre l'ultima ancora di salvataggio per l'elettore deluso. Un'opzione attiva soprattutto per M5s (16%), Leu (15%) e Forza Italia (13%). Pd e Lega si fermano al 9%. E gli indecisi come si orientano? Per loro la partita è dura. Il 29% sta cercando di capire le proposte dei partiti, per trovare quella più condivisibile. Il 22% metterà la croce sul simbolo del gruppo che darà maggiori garanzie di stabilità e governabilità e il 15% si orienterà sul meno peggio. Ben pochi sceglieranno di votare in base alle scelte passate (solo il 3%), mentre il restante 31% brancola nella nebbia. Come si suol dire la campagna elettorale è ancora lunga.

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