ROMA L'ultimo tentativo prima di dare il via libera a Stefano Parisi pare che Silvio Berlusconi lo abbia voluto fare provando a sondare alcuni imprenditori per trovare un'altra soluzione. Ma di fronte al no secco dei diretti interessati, per chiudere la pratica, ha deciso di dare il suo ok definitivo al leader di Energie per l'Italia per la corsa alla presidenza della regione Lazio. Che il Cavaliere fosse poco interessato alla questione e ai veti incrociati sui vari candidati è cosa nota: nei suoi pensieri infatti c'è la composizione del futuro governo. Il leader di Forza Italia non ha dubbi che sia il suo partito ad arrivare primo nella coalizione e quindi a palazzo Chigi andrà un esponente di Forza Italia. La rosa di nomi in testa al Cavaliere c'è, ma in pole pare esserci di nuovo (e con molta più chiarezza) quello del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: «Sarebbe una bellissima scelta», dice l'ex premier. L'idea di un governo a guida Tajani non fa fare i salti di gioia agli alleati soprattutto per i rapporti con l'Europa. Che la politica estera sia un tema su cui si registrano le maggiori tensioni all'interno della coalizione, non è un mistero. Basti pensare al dibattito sullo sforamento del tetto del 3% o, più di recente, i distinguo tra Cavaliere e Salvini sui dazi di cui parla Donald Trump. Il leader della Lega plaude alla politica protezionistica del presidente americano, il leader di Forza Italia si schiera con la Merkel parlando ci «danno per l'economia, anche americana». Ma, prima di pensare al programma, il centrodestra è chiamato a fare i conti con problemi più urgenti come quello della chiusura delle liste elettorali. Il via libera di Parisi alla corsa per il Lazio avrebbe come contropartita la non presentazione delle liste di Epi e l'assegnazione di tre collegi da parte del centrodestra agli uomini di «mister Chili tv». Nessun posto blindato, ma collegi di fascia media. Quello di Forza Italia dovrebbe essere a Torino dove a correre pare che sia Marco Francia, ex manager di Publitalia 80. Quanto al destino di Parisi, l'ex ad di Fastweb non dovrebbe avere nessun paracadute nelle liste per le politiche ma se il centrodestra dovesse andare al governo, avrebbe dato la sua disponibilità ad entrare nella squadra. Archiviato il dossier Lazio, ad Arcore proseguono le riunioni per la definizione delle liste. Tra le new entry ci sarebbe la corsa nel proporzionale in Piemonte del fratello di Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi. A complicare il puzzle pare che sia la situazione di Noi con l'Italia. Ad alzare la tensione, raccontano, è il «problema» Udc in Puglia. Nella regione infatti il partito di Lorenzo Cesa è nella maggioranza della giunta di Michele Emiliano mentre a livello nazionale, i centristi corrono con il centrodestra.